Insegnante ucciso dal Covid, non era stato vaccinato
Aveva contratto la variante inglese e le sue condizioni si erano aggravate.
Insegnante ucciso dal Covid, non era stato vaccinato
Non era rientrato nelle vaccinazioni causa dell'età, si era infettato a scuola e dopo un mese è morto all'ospedale di Careggi. Roberto Nania aveva 63 anni, era originario di Poggio a Caiano e insegnava Elettronica all'istituto tecnico Fedi- Fermi di Pistoia.
Aveva contratto la variante inglese e le sue condizioni si erano aggravate prima all'ospedale San Jacopo di Pistoia dove gli era già stato riscontrato un polmone compromesso e dopo il trasferimento a Careggi dove i medici avevano fatto ricorso al macchinario per la respirazione extracorporea.
La notizia si è rapidamente diffusa a Poggio a Caiano dove l’insegnante era molto conosciuto anche dagli studenti della zona che si rivolgevano alla sua professionalità per recuperare alcune materie grazie alle preziose ripetizioni private che impartiva ai ragazzi di tutte le età. Con estrema sensibilità e capacità era in grado di far comprendere ai più giovani concetti complessi senza abbandonarli ai più disperati “non ci riesco”.
Riusciva a far appassionare gli alunni
Un uomo dalla straordinaria abilità nel far appassionare anche gli alunni con maggiori difficoltà alle materie scientifiche e non solo. Tanta la sensibilità anche in capo artistico come ci racconta uno dei suoi studenti, Samuele Mati, che proprio grazie all’incontro con Roberto sui banchi di scuola, è diventato ingegnere: «Una perdita enorme per me che di ricordi con lui ne ho tantissimi, Roberto era una persona con molti valori. Aveva una cultura immensa e nel tempo è riuscito a coinvolgermi anche in materie che per me non erano mai state interessanti come l’arte oppure i film dei quali era molto appassionato - ha continuato Samuele - Spiegava i quadri in un modo incredibile e instaurai con lui un rapporto anche fuori dalla scuola. Durante le cene a casa sua ci faceva ascoltare musica particolarissima oppure guardavamo film di Tarantino». La voce è rotta dalla commozione nel ricordare un professore speciale che nel panorama odierno spiccava per la sua capacità di coinvolgere e far innamorare i ragazzi trasmettendo loro la passione per il sapere diffuso e mai limitato ad un solo ambito disciplinare. «Mi ritengo fortunato ad aver avuto un professore come lui nella mia vita, è stato l’eccezione che conferma la regola nella scuola di oggi - ha concluso Mati - Anche durante l’università ho continuato ad andare da lui per alcuni chiarimenti e ripetizioni, talvolta anche al serale mentre insegnava. Mancherà moltissimo».
Amava la latteratura e i viaggi
L’amore per la bellezza, la letteratura, i viaggi e la fotografia erano i tratti distintivi di un professore che della cattedra faceva solo un punto di partenza per i suoi profondi messaggi. La sua visione inclusiva della scuola lo aveva portato negli anni anche ad abbellire gli spazi comuni dell’edificio scolastico dove lavorava: pensieri e frasi di scrittori di tutto il mondo che incuriosivano i più giovani e li spingevano ad organizzare il proprio futuro senza dimenticare di orientare lo sguardo al bello. Ed è proprio dai ragazzi che arriva il dolore più grande per questa perdita ingiusta e prematura. Nania era un uomo sportivo e in forma tanto che in molti, appresa la notizia della malattia, erano convinti che ce l’avrebbe fatta con l’ottimismo e la speranza che lo contraddistinguevano. In tutti loro adesso, è rimasto l’insegnamento più grande: vivere la vita circondati dalla bellezza in tutte le sue infinite sfumature.