A 10 anni dalla morte di Riccardo Magherini. La famiglia: "Attendiamo giustizia"
Era la notte del 3 marzo 2014, quando Magherini, ex promessa del calcio e padre di un bimbo di due anni viene fermato dai carabinieri in San Frediano, a Firenze. Morirà stroncato da un infarto, mentre era ammanettato prono.
Sono passati 10 anni dalla morte di Riccardo Magherini, stroncato da un arresto cardiaco mentre i carabinieri lo tengono bloccato a terra, durante un fermo. Quelle urla, nonostante siano passati dieci anni, sono rimaste ancora nelle orecchie di molti. Soprattutto sono rimaste vive nei genitori e nel fratello che non hanno mai smesso di lottare.
Una storia terribile
Era la notte del 3 marzo 2014, quando Magherini, ex promessa del calcio e padre di un bimbo di due anni viene fermato dai carabinieri in San Frediano, a Firenze.
Esce a passeggiare per strada, ma dentro sta montando una paura irrazionale che qualcuno voglia fargli del male. Un terrore incontrollabile che diventa paranoia quando, a bordo del taxi che lo sta portando a casa, perde la testa quando il tassista non svolta nella strada da lui indicata.
Si lancia fuori dall'auto gridando aiuto e piomba in una pizzeria del quartiere San Frediano, dove prende un cellulare a un cameriere e scappa. Intervengono i carabinieri.
Lo ammanettato prono, uno sta a cavalcioni su di lui, che continua a invocare aiuto. Muore stroncato da un molare. Per la Corte di Cassazione che si è pronunciata nel novembre del 2018, i tre militari, che intervennero non sono responsabili della sua morte. Precedentemente c'erano state due condanne.
Per quella tragedia, infatti, erano finiti sotto processo a Firenze tre carabinieri, che dopo una condanna in primo e secondo grado, sono stati assolti nel novembre 2018 dall’accusa di omicidio colposo.
"Sfortunata combinazione"
Sul caso nel giugno 2022 si è pronunciato anche il Governo italiano, rispondendo alle osservazioni poste dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo, secondo cui la morte dell'ex calciatore di 39 anni fu dovuta alla "sfortunata combinazione di tre concause (che non includono la violenza a suo danno): la posizione prona, la forte intossicazione da cocaina, il meccanismo asfittico".
La lotta della famiglia
Non si sono mai arresi però i familiari dell'ex promessa Viola, che hanno ricorso fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Qui il procedimento è ancora aperto. Intanto, oggi, il Maghero la notte del 2 marzo, come ogni sera dal 2014, la famiglia si è ritrovata in San Frediano davanti a quel marciapiede freddo, dove Ricky ha perso la vita.
"Noi continuiamo a vivere ma lui no - ha scritto in un lungo post su Facebook l'avvocato della famiglia, Fabio Anselmo - . Sono passati 10 anni. Riccardo Magherini è stato una promessa della Fiorentina, un talento spezzato precocemente da un grave infortunio. Dieci anni fa moriva soffocato mentre era preso a calci durante un fermo in Borgo San Frediano.
Moriva mentre urlava disperatamente dicendo queste parole: “Basta! Basta! Sto morendo! C’ho un figliolo!”.
Prima di esalare il suo ultimo respiro disse: “Raccontate la mia storia..”.
Nei primi due gradi di giudizio vi furono condanne per gli operanti - scrive ancora l'avvocato - Poi la Cassazione ne fece piazza pulita sostenendo che i carabinieri non avrebbero potuto e non erano tenuti ad accorgersi che quel ragazzo, incensurato, disarmato e che chiedeva aiuto, stesse soffocando.
Siamo in attesa della sentenza della CEDU che ha aperto, per questi fatti, un procedimento contro l’Italia, su nostra istanza. Un’attesa sempre più insopportabile".