Sollicciano, dopo la rivolta il presidio di protesta davanti al carcere di Firenze
Momenti di grande tensione per il suicidio di un tunisino di 20 anni: i detenuti fatti rientrare nelle celle durante la notte
Quella di ieri, giovedì 4 luglio, nel carcere fiorentino di Sollicciano è stata una giornata di pesante tensione. A dare la stura alle dimostrazioni dei carcerati, il suicidio - il 54 esimo in Italia dall'inizio del 2024 - di un giovane tunisino. Il ventenne, che avrebbe finito di scontare la pensa nel novembre 2925, si è impiccato mentre il suo compagno di cella si sarebbe trovato in sala colloqui.
La rivolta, placata solo nella notte
Da qui, la protesta. Urla, boati, pezzi di mura lanciate dalle finestre, anche un principio d'incendio. "La gente muore", "Aiuto", "Dobbiamo fare giustizia noi, la polizia non fa nulla, noi siamo detenuti ma non siamo animali, ci sono le cimici che ci mangiano, ci sono i topi", il messaggio fatto trapelare dai detenuti che hanno anche appeso alle finestre uno striscione con su scritto: "Suicidio carcere, aiuto, help, a solo 20 anni".
Con il passare delle ore, l'escalation della rivolta. Alcuni detenuti sarebbero anche riusciti ad arrivare sul tetto del penitenziario, per poi scendere e nascondersi nel perimetro dell’istituto. Altri hanno tentato di forzare una delle porta carraie dell’istituto. Nel corso della notte gli ottanta protagonisti dei disordini sono stati fatti rientrare nelle loro celle.
Nessun ferito, forze dell'ordine mobilitate
In base a quanto comunicato dalla prefettura non risultano feriti. La situazione è stata riportata sotto controllo con l’intervento della polizia penitenziaria. Sono invece rimasti fuori dal penitenziario polizia e carabinieri che erano stati fatti intervenire nell’ambito del piano di sicurezza esterna attivato dalla prefettura mentre la direzione del carcere fiorentino aveva attivato l’unità di crisi.
La condanna e la denuncia bipartisan
"Purtroppo anche questa volta siamo qui a dover per l’ennesima volta denunciare episodi di estrema violenza a Sollicciano – commenta Antonio Mautone, segretario territoriale del sindacato UilPa polizia penitenziaria di Firenze –. Sono anni che denunciamo il totale abbandono in cui versa la struttura. Chiediamo immediati interventi".
Alle 11 di oggi venerdì 5 luglio è in programma una conferenza stampa davanti ai cancelli del penitenziario indetta che si sta perpetrando negli istituti di pena italiani".
CGIL: "Sollicciano rappresenta tutto il disastro del pianeta carcere"
"Mentre si continua a fare passerella nelle scuole di formazione del personale di Polizia Penitenziaria e si annunciano Decreti leggi risolutori sul pianeta carcere, Firenze Sollicciano deve gestire l’ennesima rivolta. Rivolta scatenatasi in seguito al suicidio di un giovane detenuto. Firenze Sollicciano rappresenta senza ombra di dubbio tutto il disastro del pianeta carcere, da anni e nonostante le tante promesse fatte continua ad essere un posto infernale per chi ci lavora e per chi è detenuto".
Lo scrive in una nota il coordinatore nazionale Fp Cgil della Polizia penitenziaria, Donato Nolè.
"Il personale allo stremo, scoraggiato, amareggiato, chiamato a contrastare da solo tutte le carenze organizzative e strutturali, non ne può più. Le pessime condizioni di vita all’interno della struttura hanno di fatto creato la condizione migliore, per una parte di detenuti, i più facinorosi, che di fatto si sono sostituiti all’istituzione per la gestione dei ristretti, i quali anche non volendo a volte sono costretti ad assecondare il loro volere, perché il tutto è fuori controllo", osserva.
"Appreso del Decreto Legge – Misure Urgenti in Materia Penitenziaria di Giustizia Civile e Penale del Ministero della Giustizia - prosegue il sindacalista - le misure sono talmente urgenti che le assunzioni di 1.000 poliziotti penitenziari verranno fatte per 500 unità nel 2025 e le altre 500 nel 2026. Per deflazionare le presenze dei detenuti, e a nostro parere solo ed esclusivamente per evitare una ulteriore condanna dall’Europa, è stata rivista ed amplificata la sola liberazione anticipata. Tanto, se nell’immediato produrrà qualche effetto, non rappresenta sicuramente una soluzione, anche parziale, del problema. E’ ampiamente dimostrato che il tasso di recidiva di chi viene dimesso dal carcere senza un vero programma di trattamento ed accompagnamento all’inserimento sociale è di circa il 70%, tanto vuol dire che presto le persone che verranno messe in libertà con il solo sconto di pena presto, probabilmente, ritorneranno a delinquere".
"L’episodio di ieri a Sollicciano ci dovrebbe far riflettere in quanto ancora una volta la criticità si è manifestata in un giudiziario (vale a dire detenuti non condannati in carcerazione preventiva) e nulla è stato previsto nel nuovo decreto per questi circuiti. I dati statistici ci dicono che chi ha commesso un reato ed ha effettuato un percorso alternativo alla detenzione ha una recidiva del 7%", conclude Nolè.