Omicidio Cini: prima udienza del processo per Daniele Maiorino, accusato di aver ucciso e bruciato il cognato
Il corpo senza vita di Alessio Cini fu ritrovato l'8 gennaio scorso davanti alla sua casa alla Ferruccio di Agliana, in provincia di Pistoia
Si è svolta nella mattinata di martedì 19 novembre 2024 la prima udienza "tecnica" del processo per Daniele Maiorino, l'operaio 57enne accusato di aver ucciso brutalmente il cognato Alessio Cini e di averlo poi bruciato vivo nel piazzale di fronte alla sua abitazione situata in via Ponte dei Baldi alla Ferruccia di Agliana (Pistoia), all'alba dell'8 gennaio scorso.
L'udienza tecnica
Nelle circa due ore di durata, dalle ore 9:30 circa, di fronte ai giudici della Corte d'Assise sono state costituite le parti civili: la ex moglie, la figlia, i fratelli e la madre della vittima. La difesa punta sulla parziale invalidità del braccio destro di Maiorino che avrebbe reso improbabile tale aggressione, dall'altra parte invece vi sono le intercettazioni ambientali registrate dalle cimici messe nell'auto del presunto colpevole.
Mentre era in auto da solo, Maiorino avrebbe ripercorso a voce alta quanto commesso, confessando difatti con dettagli molto precisi l'accaduto e ipotizzando anche una fuga all'estero in caso di pericolo di arresto. Proprio grazie a queste sue parole, l'indagine si concluse con il suo arresto. Il piano di Maiorino, una volta liberatosi del cognato, sarebbe stato quello di ottenere l'affidamento della figlia 14enne e con lei ottenere i soldi del padre, il quale avrebbe ereditato una grossa cifra dopo la morte della madre avvenuta in estate. Così facendo avrebbe potuto sistemare la propria situazione economica poco florida.
Nella prossima udienza del 9 gennaio, sarà nominato un perito fonico per ripulire la registrazione. Questo perché, stando alla difesa, non vi sarebbe certezza invece sulle parole pronunciate dal loro assistito. In particolare il dubbio verserebbe sul soggetto delle frasi uscite dalla bocca di Maiorino, il quale - hanno spiegato gli avvocati - potrebbe non essere singolare ma plurale. Da un "l'ho ucciso" a un "l'hanno ucciso" quindi. Un semplice cambio di persona verbale in grado però di disinnescare la confessione di Maiorino.
L'omicidio
Alle prime luci dell'alba dell'8 gennaio scorso, la Ferruccia di Agliana fu svegliata da una tragedia. L'odore di bruciato, il fumo che si sollevava dal piazzale di una villetta trifamiliare poi la scoperta del corpo. Alessio Cini, 58 anni, operaio della Microtex, azienda tessile di Prato, era morto dopo esser stato preso a sprangate e bruciato quando ancora stava respirando. Sono così avviate le indagini che hanno portato ad incastrare Maiorino.
Prima di tutto grazie alle telecamere si è potuti risalire all'orario preciso della morte di Cini, pochi minuti prima delle 6 di mattina. Poi la svolta dopo aver piazzato delle cimici nell'auto di Maiorino. Durante un ragionamento a voce alta nella propria vettura, il 57enne ha ripercorso tutti i passaggi del brutale omicidio e ipotizzato una fuga all'estero. Maiorino - marito della sorella dell'ex moglie di Cini - è stato così accusato di omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela con la vittima, e dall’aver agito con sevizie e crudeltà.