Il giallo di Agliana

Omicidio Cini, chiesta la scarcerazione per Maiorino. La madre: "Mio figlio è innocente"

Ai microfoni de La Vita in Diretta i familiari difendono l'indagato: "Le intercettazioni? Tutte falsità"

Omicidio Cini, chiesta la scarcerazione per Maiorino. La madre: "Mio figlio è innocente"
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Chi è stato a uccidere Alessio Cini all’alba dello scorso 8 gennaio nelle campagne di Agliana (Pistoia)?  Secondo la procura di Pistoia, diretta da Tommaso Coletta, ad oggi, l’unico indagato è il cognato, Daniele Maiorino, 58 anni, che abita nella stessa casa trifamiliare, al piano di sotto, della vittima. Oltre ai numerosi accertamenti effettuati sull’accaduto, a convincere gli inquirenti all’arresto e quindi all’incarcerazione dell’uomo, sarebbero state le intercettazioni ambientali grazie a registrazioni recuperate nell’auto, mentre in una sorta di soliloquio avrebbe confessato l’omicidio. 

Chiesta la scarcerazione

Non sono convinti di questa linea i familiari di Maiorino e il legale difensore, Katia Dottore Giachino, che ha chiesto la scarcerazione del suo assistito e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, presentando il ricorso al tribunale del riesame. L’udienza è fissata per il prossimo 2 febbraio.

La madre di Maiorino a La Vita in Diretta: "Mio figlio è innocente"

Nel frattempo anche i genitori di Daniele Maiorino hanno rilasciato interviste ai programmi nazionali che si sono occupati del delitto, manifestando la convinzione dell’innnocenza del figlio:

“Sono convinta che mio figlio sia innocentissimo, non ha fatto niente di male - ha detto la madre ai microfoni de La Vita in Diretta -. Quella mattina Daniele alle 5.30, quasi le 6, e mi ha detto ‘mamma hanno bruciato Alessio vivo’. Però io non so niente e non ho visto niente, ho sentito solamente il cane abbaiare e mi sono affacciata. E mi hanno detto ‘stia dentro, vada dentro’. E basta. L’ho sentito dopo e poi non ho saputo più nulla". 

La donna ha poi anche confessato di aver parlato con il figlio, accusato di aver ucciso Alessio Cini, i giorni successivi all’omicidio: “Daniele ha sempre detto che non è stato lui, vche non c’entra niente”. Ha anche espresso dubbi sulle intercettazioni raccolte dalla procura:

“Sono tutte falsità. Non ci credo a queste intercettazioni, è impossibile. Io il figliolo l’ho visto crescere e non ha mai fatto niente di male. Qualcuno l’avrà fatto e non si vuole far scoprire». Infine ha parlato anche della questione dell’eredita: “Campavano bene, hanno campato per ventidue anni e campavano ancora. Io dico a mio figlio di stare sereno e spero che ci vediamo presto, gli mando un grande abbraccio e lo bacio”.

La lettera della figlia

In difesa del padre è intervenuta anche la figlia di Daniele Maiorino:

“Non parlo perché di parte, parlo perché qualcuno deve parlare. Viviamo in un Paese in cui la notizia e i soldi valgono più di vite e sentimenti di altri esseri umani. Vi ricordo che è sempre facile puntare il dito quando non si sa e non si è direttamente coinvolti, vi vorrei infatti ricordare che lo scritto non è l’audio, e come è stato più volte sottolineato dall’avvocato Dottore Giachino, che a differenza vostra ha ascoltato le famose intercettazioni non si riesce a comprendere il soggetto di esse (‘l’ho ammazzato’ o ‘l’hanno ammazzato’), proprio perché considerando la tragedia che ha visto coinvolta la mia famiglia, eravamo soliti fare ipotesi su ciò che potesse essere successo. Detto questo – ha concluso  la figlia di Maiorino nella lettera diffusa dall’avvocato Dottore Giachino – vorrei sottolineare che queste mie parole hanno lo scopo di mettere sul piatto della bilancia ogni informazione presente e non solo quelle comode per una notizia acchiappaconsensi"

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