ALTRO AGGUATO

Lavoro nero, la denuncia di Si Cobas: "Ancora un operaio aggredito sotto casa. Spirale di violenza indisturbata"

Si tratta della quinta aggressione in pochi mesi perpetrata verso un operaio della Acca di Seano in prima linea per gli scioperi

Lavoro nero, la denuncia di Si Cobas: "Ancora un operaio aggredito sotto casa. Spirale di violenza indisturbata"
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Nuova aggressione ad un lavoratore della Acca di Seano, frazione del Comune di Carmignano in provincia di Prato, nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 gennaio 2023. Il sindacato Si Cobas ha denunciato il fatto in una nota ufficiale: "Alì è stato aspettato sotto casa e aggredito a freddo da due uomini incappucciati mentre rincasava dal turno di notte. Alì è un lavoratore della Acca di Seano. Ali fa parte del COBAS nel magazzino dove lavora ed è stato in prima linea negli scioperi contro il lavoro nero, lo sfruttamento ed il caporalato. Le modalità dell'agguato e le parole proferite dagli aggressori non lasciano dubbi sul movente". Si tratta della quinta volta in pochi mesi.

La protesta di SI Cobas Prato e Firenze

"Noi oggi ci troviamo a dire “questa volta è andata bene”. Ma quale città è questa se dobbiamo pronunciare queste parole? Eppure dobbiamo dire “questa volta” perchè siamo di fronte ad una spirale di violenza che continua indisturbata, nell'impunità degli esecutori e dei mandanti. Eppure ci troviamo a dire “è andata bene” perchè Alì se l'è cava con qualche pugno in faccia, senza la testa aperta, senza ossa rotte, senza gambe che non possono camminare per le bastonata come successo negli episodi precedenti. Ma qui non c'è proprio niente che vada bene. Se le teste rotte degli operai della ACCA fossero stati finestrini di auto o vetrine di botteghe, saremmo di fronte ad una “emergenza sicurezza”. Ma un gruppo di operai pakistani che si ritrova bersaglio di agguati di stampo mafioso sotto le proprie abitazioni non è priorità della Procura, non interessa i vertici in Prefettura, non mobilita la Questura, non è argomento di campagne elettorali. Quale valore questo territorio assegna alla vita di un operaio straniero? Qui sta il vero problema", tuona SI Cobas di Prato e Firenze in un comunicato scritto sulla propria pagina Facebook.
"Parlano i fatti. A nove mesi dalla prima aggressione i lavoratori della ACCA continuano ad essere bersaglio di violenza sotto le proprie case. Nessuno ha pagato. Dentro i magazzini ACCA, anche dopo i controlli dell'ITL di questa estate, continuano ad esserci il caporalato travisato da cooperativa. Continua il lavoro nero ed il lavoro grigio. C'è chi continua ad essere costretto a lavorare “sette su sette” e senza riposi. I lavoratori iscritti al sindacato sono bersaglio della violenza perchè, anche dopo aver conquistato un contratto regolare e condizioni di lavoro degne, non sono rimasti indifferenti di fronte alla continuazione dello sfruttamento dei propri colleghi “sotto cooperativa”. Quanto ancora invece le istituzioni hanno intenzione di tollerare tutto questo? C'è bisogno che si arrivi al morto?".
"I lavoratori della ACCA sono di nuovo in agitazione perchè nulla di tutto ciò può più essere tollerato. Nei prossimi giorni torneranno a mobilitarsi. Perchè è grazie agli scioperi che oggi alla ACCA c'è chi lavora otto ore e non dodici. E' grazie agli scioperi che chi lavorava a nero oggi ha un contratto regolare. E' grazie agli scioperi che in estate si è interrotta l'escalation di aggressioni. Noi saremo anche questa volta con loro, come sempre. Alla politica, alle istituzioni, alla città diciamo: se la loro lotta non è anche la vostra lotta, siete parte del problema".
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