Fece sfregiare la sua ex: condannato a nove anni. Lei: "Nessuno mi darà indietro questi anni"
Martina Mucci fu aggredita di notte. Emiliano Laurini organizzò una spedizione punitiva insieme ad altre due persone
Un pianto. Come a dire "adesso è finita". Ha accolto così la sentenza Martina Mucci, cameriera di 30 anni, vittima di un agguato sotto casa in provincia di Prato. A organizzare il tutto e a ordinarlo il suo ex fidanzato. Era la notte fra il 20 e 21 febbraio 2023.
Adesso a pronunciarsi, ieri, 3 giugno 2024, il tribunale di Prato che ha condannato Emiliano Laurini, buttafuori di 41 anni, per sfregio permanente al volto, lesioni e maltrattamenti in famiglia.
Kevin Mingoia, 19 anni, esecutore materiale del delitto, è stato condannato a sei anni e otto mesi per sfregio, rapina e lesioni.
Mattia Schininnà, 21 anni, considerato l’intermediario fra Laurini e i picchiatori, a quattro anni. Il giudice ha anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici Laurini e Mingoia, Schininnà per 5 anni.
Riconosciuto il risarcimento per la vittima che sarà da stabilire in sede civile. E' stata disposta, invece, una provvisionale immediatamente esecutiva per i genitori di Martina di 3mila euro ciascuno. A partecipare a quell'agguato anche un minorenne, che al momento si trova in una comunità per minorenni. La sua posizione dovrà essere definita più avanti.
Le parole di Martina
A sciogliere quella tensione le lacrime di Martina, che suo malgrado in questi anni è diventata un simbolo della violenza sulle donne. Anche ieri lei, temeraria, era in aula. Stretta nell'abbraccio dei genitori. Poca la voglia di parlare alle telecamere.
"Nessuno mi restituirà indietro questi anni. Nessuna penna sarà mai abbastanza - ha detto al microfoni di Italia 7 -. Sono stanca - ha aggiunto - E’ la fine di un incubo.
Riascoltare tutte le volte quello che era successo, scoprire come è stato pianificato l’agguato, mi ha provocato tanto dolore. Finalmente posso voltare pagina. Voglio riprendermi. Sono davvero distrutta". E poi via in auto dalle luci delle telecamere e dai taccuini dei cronisti.
Il videoservizio di Italia7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:
In aula anche Mattia Schininnà
Ad essere condannato anche Mattia Schininnà, che si è sempre dichiarato innocente.
"Sono innocente – ha detto dopo la sentenza – Il mio unico errore è stato frequentare quell’esemplare di persona. Un errore che segnerà tutta la mia vita. Ho la coscienza pulita, l’ho voluto dire a Martina. Quello sfregio me lo sarei fatto io. Credo che non si sia guardato a chi veramente era implicato in questa vicenda".
I legali di Laurini intanto promettono ricorso in appello.
"Una pena che va oltre le richieste del pm – ha commentato il difensore di Laurini, Luca Bellezza – Intanto è stato assolto dalla rapina e ha ottenuto l’attenuazione della misura cautelare. Leggeremo le motivazioni e faremo sicuramente appello".
I passaggi della sentenza
Per Laurini il giudice ha inflitto una condanna più severa di quanto chiesto dal pm, nonostante sia stato assolto dalla rapina. Confermate invece le accuse di sfregio permanente al volto, lesioni e maltrattamenti in famiglia. Un caso, quello di Martina Mucci, che scosse la città laniera. La ragazza fu aggredita da due persone incappucciate (Mingoia e un altro complice) che gli procurarono gravissime lesioni al volto.
Si trattò appunto di una spedizione punitiva organizzata da Laurini, che ha ha ottenuto l’attenuazione della misura cautelare: il 42enne andrà ai domiciliari a casa del padre con braccialetto elettronico.
Il brutale pestaggio
Erano circa le due di notte. Martina stava tornando a casa dopo una serata di lavoro come barista nella zona della Pietà. Arrivata sotto casa con la macchina, parcheggia e fa per entrare nel portone. E’ a quel punto che Mingoia e il complice - un minorenne che si trova in comunità - entrano in azione. La spingono dentro l’androne del palazzo, dove la giovane vive con la madre, e la mettono a terra. Quindi iniziano a picchiarla, insistendo sul volto e usando anche un rasoio.
Gli altri condannati
Per Mingoia è stata confermata anche l’accusa di rapina perché fisicamente percosse la giovane e poi prelevò la sua borsa. In questo caso il giudice ha leggermente diminuito la pena, visto che la richiesta del pm era di otto anni. Al momento Mingoia è l’unico che ha risarcito la vittima. Sia lui che Schichinnà sono liberi. Tutti e tre i condannati frequentavano la stessa palestra a Scandicci.