Signa

Aliviero Fossi ha compiuto 100 anni

La sua testimonianza di vita: “Il mio inno alla gioia”

Aliviero Fossi ha compiuto 100 anni
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«La paura vera ci da il coraggio per reagire, anche oggi quando dobbiamo lottare contro un nemico invisibile come il coronavirus». Sono state queste le ultime (bellissime) parole che Aliviero Fossi ci ha rivolto prima di salutarci. Lunedì scorso il presidente dell’associazione Combattenti e reduci di Signa (e padre del primo cittadino) ha compiuto 100 anni. Residente nella zona di Castello Aliviero è da sempre molto attivo nella comunità signese, organizzando e partecipando ad ogni celebrazione volta a tener viva la memoria storica della popolazione per esaltare i valori della pace, della libertà e della democrazia. «Lunedì scorso – ha commentato – è stato un giorno come un altro. Sono contento di aver raggiunto questo significativo risultato dei miei anni ed auspico di poter continuare ancora quelle che sono state le mie attività del passato, nel lavoro e nella mia penna di inchiostro che utilizzo come un nonno per raccontare i miei momenti di vita vissuta per far sapere ai giovani come si viveva, così come facevano le persone di esperienza in famiglia raccontando a noi ragazzi la loro vita». Maestro del lavoro e Cavaliere della Repubblica, ha lavorato per cinquant’anni come operaio edile anzi «muratore – ha precisato – come ho sempre scritto nella mia carta di identità anche quando ero capocantiere», contribuendo a ricostruire il paese nell’immediato dopoguerra. «Soprattutto a Prato – ha commentato – ho contribuito a ricostruire tanti ponti e a costruire tanti capannoni industriali, tra i primi ad utilizzare la tecnica della pre-fabbricazione. Mi recavo a lavoro in bicicletta percorrendo una strada che era una vera mulattiera, contro il vento e sotto la pioggia, ma fra tutti i dipendenti della grande azienda c’era una forte alleanza, una profonda umanità. Ci bastava bere un bicchiere di vino insieme per essere felici. Anche nella miseria dei primi anni – ha proseguito - ho sempre avuto la libertà, dedicandomi al lavoro ed alla famiglia con impegno e dedizione. Quando sono diventato capocantiere il mio motto è rimasto il solito: il lavoro è una cosa seria, bisogna amarlo e quel che conta sono i risultati». Aliviero ha fatto parte della filarmonica Giuseppe Verdi e della banda Rossini di Firenze e quasi tutti i giorni, nella sua abitazione, suona la tromba, rintonando “ciliege rosa” la canzone che dedicava ogni volta che nei circoli di Signa dove si esibiva entrava sua moglie Anna. Per il suo compleanno, alla presenza dei figli Giampiero, Marco e Fabrizio e dell’assessore Enrico Rossi, Aliviero ha intonato una canzone speciale: l’inno alla gioia, la melodia che da sempre esprime la visione idealistica di fratellanza fra gli uomini. «Troppi giovani, forse, – ha proseguito Aliviero – non hanno approfondito la gravità di questa pandemia. Occorre stare in trincea come durante i bombardamenti della guerra. La casa è il nostro rifugio e occorre rispettare tutte le regole, come faccio io che non esco praticamente più da un anno, grazie al sostegno della famiglia e dei miei figli che mi portano a casa la spesa. Ho ancora la patente ma al momento lascio ferma la mia vecchia panda,  prima occorre sconfiggere il virus. Tra pochi giorni – ha annunciato – mi sottoporrò al vaccino anti covid come mi ha consigliato il medico di famiglia. Non bisogna aver paura, occorre affrontare questo periodo di difficoltà pensando al lavoro, alla scuola ed alla famiglia, limitando tutti gli assembramenti. D’altronde, stando nelle case di oggi cosa ci manca? Non sono certo i rifugi umidi di una volta, dove ci ritrovavamo a pregare che una cannonata non ci buttasse già la porta». Durante la nostra lunga chiacchierata, Aliviero ha dimostrato, ancora una volta, una lucidità ed uno spirito invidiabili. Per festeggiare il compleanno, il sindaco Giampiero Fossi ha rinunciatoalla fascia tricolore, indossata dall’assessore Rossi, privilegiando i ruolo di figlio a quello di amministratore pubblico. «Mio padre – ha commentato – vive ancora oggi da solo, cura l’orto e non manca mai di riprendere i suoi arnesi da lavoro se deve fare qualche piccola manutenzione in casa. E’ sempre stato una persona moderna ed anche oggi guarda al futuro ed ai più giovani, dedicando racconti, storie ed elementi morali che non hanno nulla di patetico. Non ha mai avuto vizzi e pur stando spesso sui tetti per lavoro, ha da sempre i piedi ben saldi a terra, con una visione spinta verso il domani». Tra i moltissimi messaggi di auguri arrivati, anche il presidente della Regione Eugenio Giani ha fatto pervenire un telegramma. «Il centenario di Aliviero Fossi – ha poi commentato Selene Samà, presidente dell’Anpi –  oltre ad un importante traguardo personale, rappresenta un punto d'arrivo per la memoria storica della nostra comunità. Le nostre associazioni, seppur diverse, in questi anni si sono trovate a collaborare per portare avanti i valori della nostra Costituzione e della memoria. In tempi normali sarei andata a trovarlo: mi avrebbe parlato della Signa del 1944 ridotta ad un cumulo di macerie, dei momenti della Liberazione, e visto che siamo entrambi musicisti, di quando suonava la tromba nella band “I cinque Ivan”». Ricco di sentimento il messaggio inviato da Matteo Mannelli, consigliere comunale di Uniti per Signa: «Aliviero è una persona che deve rimanere nella storia di Signa per ciò che ha dato e sta dando alla nostra comunità. Con la pioggia, il caldo o il maltempo, ad ogni manifestazione Aliviero si trova accanto alla bandiera: un’immagine che porto nel mio cuore».

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