Contrasse l'epatite C da una trasfusione con sangue infetto: aretina risarcita dopo 54 anni
La donna si accorse di essere malata quasi 30 anni dopo. Ne sono passati altri 24 prima della condanna nei confronti del Ministero
Un parto cesareo quando aveva 20 anni la obbligò ad una trasfusione di sangue. Attraverso quella trasfusione, contrasse il virus dell'epatite C. Accadde ad una cittadina di Arezzo nel lontano 1970. Oggi, a distanza di ben 54 anni, le sono stati accordati 50mila euro di danni morali da sofferenza per emotrasfusione.
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La causa 24 anni fa
Questa la sentenza del tribunale di Firenze in seguita alla denuncia della donna che soltanto nel 1999, a 50 anni di età, si accorse di essere malata. Nel 2000 fece causa al Ministero della Salute. Dopo 24 anni ecco il giudizio e la condanna per il dicastero a pagarle 50mila euro di danni morali, 10mila di spese legali più gli interessi.
Non sono stati invece stati liquidati i danni biologici come solitamente accade per sentenze relative a contenziosi per il cosiddetto sangue infetto. Questo perché la donna nel frattempo, saputo della malattia, era riuscita a guarire. La suprema corte di cassazione nel 2023 ha infatti stabilito come non sia possibile alcun risarcimento nei casi di danni lungo latenti, ossia che si manifestano a distanza di tempo dal fatto che li ha provocati se non ci sono ripercussioni sullo stato della salute.
Il diritto di risarcimento da danno biologico sorge solo nel momento in cui ci sono sintomi sensibili di una malattia. Dopo una lunga attesa, per la donna aretina, quantomeno, è stata fatta giustizia.