Castelfiorentino, denunciato allevatore per macellazione clandestina: commise lo stesso reato anni fa
Il titolare non aveva documenti di autorizzazione per la macellazione ad uso familiare. Contestato anche il reato di uccisione di animale
Durante un servizio di controllo sul territorio, i Carabinieri della Forestale di Empoli hanno notato che in un allevamento ovi-caprino sito in via Rio Morto a Castelfiorentino era in corso da parte di un uomo la macellazione di un maiale attaccato per le zampe posteriori ad una tettoia. L’uomo veniva identificato come il proprietario dell’allevamento e sul posto erano presenti anche altri due soggetti.
Le verifiche e la denuncia
I Carabinieri hanno verificato come il titolare non avesse effettuato la richiesta di nulla osta per la macellazione ad uso familiare prevista dalla normativa di settore e come inoltre il suino non risultasse registrato presso l’allevamento né avesse marche auricolari che permettessero di desumerne la provenienza. A supporto del controllo, i militari hanno chiesto l’intervento sul posto di medici veterinari dell’Asl di Empoli, competente per territorio.
La normativa prevede che gli animali destinati al consumo alimentare debbano essere macellati in stabilimenti riconosciuti e la macellazione ad uso familiare è una deroga, sottoposta a determinate condizioni, non rispettate nel sito controllato. Infatti non risultava essere stato effettuato il preventivo stordimento dell’animale, non era stata presentata la richiesta di nulla osta nelle 72 ore precedenti la macellazione né erano presenti le condizioni igienico sanitarie minime, tutti requisiti che devono essere dichiarati nell’atto autorizzativo, presentando regolare documentazione che attesti la provenienza dell’animale e la registrazione in Banca dati nazionale.
I Carabinieri forestali hanno quindi contestato al titolare dell’allevamento ed esecutore materiale il reato di macellazione clandestina in materia di sicurezza alimentare. Inoltre, non essendo stata rispettata la normativa di protezione degli animali durante la macellazione, quale appunto il preventivo stordimento previo lo sgozzamento, i carabinieri forestali hanno ritenuto che fossero state causate, durante l’uccisione, sofferenze non necessarie all'animale (come il taglio della gola con successivo dissanguamento), contestando anche il reato di uccisione di animale, sancito dal codice penale. Gli stessi reati peraltro, erano già stati contestati all’uomo qualche anno fa.