Comunali: Saccardi scende in campo, ma lascia la porta aperta al Pd: "Nella vita non si sa mai"
Il Partito democratico ci ha messo il veto e lancia l'idea della Firenze del futuro
In sottofondo suona le note de "La donna cannone" di De Gregori,, ma anche "Universo", del pratese Francesco Guasti. Sul palco c'è Stefania Saccardi pronta a condurre una battaglia leale e perché no vincerla. Da sola? Forse. "Mai dire mai".
Lascia così la porta socchiusa al Pd la Stefy, come la chiamano dalla platea, e ad una coalizione di centrosinistra dove Italia Viva vuole dire la sua, facendo sentire il suo peso, che per i renziani è il 15%. Ma la strada è ancora lunga: "mancano quattro mesi alle elezioni e ancora può succedere di tutto", dice Saccardi. Come nelle migliori famiglie.
"Ho fatto l’avvocata, ho visto divorziati tornare insieme e innamorati mollarsi per sempre. Nella vita mai dire mai", sottolinea ai cronisti.
La platea è quella del teatro Puccini, circa 1000 i presenti in sala. "Ma siamo molto di più", affonda la vicepresidente dal palco. E poi ancora: "Per essere gente che non conta nulla, siamo tantini", scherza.
Otto parole per raccontare la corsa a sindaca
Alle spalle prima un video che racconta di Saccardi bambina e una sua partecipazione allo Zecchino d'oro, avvocato, fino all'impegno politico nella sua Firenze. Ed ecco al cartellone della campagna elettorale: testa e cuore riassunte in otto parole con cui Saccardi ha deciso di raccontare questa sua passeggiata "da Porta Romana alla Badia Fiesolana, un passo dopo l’altro".
"Sintesi" perché "la politica deve recuperare la capacità di fare sintesi"; "Bellezza" perché "Firenze è diventata una città sciatta e disordinata" e il recupero parte dall'istituzione di "un ufficio ad hoc per il decoro urbano, senza che la città rischi di diventare un contenitore"; "Affidarsi", riscoprendo "l'umanità che passa dalla sanità pubblica"; "Cura" che "va di pari passo con la sicurezza, un tema sottovalutato a lungo, ma che oggi è diventato una priorità assoluta"; "Pass", percorsi assistenziali per soggetti con bisogni speciali, "pensando agli ultimi e senza lasciare indietro nessuno"; fino a "Insieme" perché "questa sfida - quella delle amministrative - è una sfida da giocare insieme".
Renzi a Nardella: "Adesso ha altro a cui pensare"
In prima fila a guardarla c'è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che non ha mancato di lanciare una frecciata al suo ex braccio destro, Dario Nardella.
"Nardella l’ho scelto io, ha fatto bene il primo mandato, poi si è perso, ora la città guarda ad altro perché è più insicura, sporca e incasinata per il traffico. Il Pd mi pare abbia chiuso le porte".
E la Stefy rincara la dose: "Mi hanno chiesto di fare un passo di lato, dimenticandosi della gratitudine, che per tanti politici non c'è".
"Più pulizia, basta illegalità come all’Astor, basta col salario a 6 euro l’ora alle coop che lavorano per il Comune, biglietti gratis per i teatri per chi non può permetterseli", da qui la settima parola chiave per Saccardi: "Sviluppo". Alle Cascine, sempre più terra di nessuno, pensa ad una mobilità interna, iniziative sociali e sportive e perché no, nuove attività commerciali.
E poi la vicepresidente della Regione Toscana sogna una Firenze che sappia ancora di botteghe storiche e che si riprenda la sua "identità", senza che i fiorentini si sentano "ospiti in casa propria".
"No allo stadio con soldi pubblici"
Ma c'è un argomento chiave di questa campagna elettorale che è la stadio Artemio Franchi. E sull'argomento Saccardi ha le idee chiare come il leader di Italia Viva.
"No i soldi pubblici negli stadi. Lo stadio lo dovevano fare i privati".
Si chiude così la prima presentazione saccardiana in quel di Puccini, tra abbracci e sorrisi. E forse chissà con qualche colpo di scena di cui si dovrà ancora attendere qualche mese.