Un percorso ad ostacoli

L'affaire stadio Franchi, diventata una questione politica tra Italia e Ue

Sull'argomento anche la parlamentare Di Giorgi: "Stallo incomprensibile, il progetto ha passato tutti i vagli di ammissibilità"

L'affaire stadio Franchi, diventata una questione politica tra Italia e Ue
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La ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi a Firenze continua a tenere vivo l'interesse pubblico. Non solo dei tifosi, che non sanno dove andranno a tifare i Viola, ma ormai la questione è diventata soprattutto politica. Sul banco ci sono i fondi Pnrr che secondo l'Ue non erano previsti per gli stadi.

I progetti sullo stadio di Firenze, su quello di Venezia «non erano parte del piano di Recovery iniziale» dell'Italia. Perentoria la posizione della Commissione europea.

Una strada ad ostacoli che gestisce la Commissione Europea

«Durante il periodo in cui stiamo valutando le richieste di pagamento non forniremo alcun commento sulle misure specifiche» ha sottolineato una portavoce della Commissione europea interpellata al riguardo nel corso del briefing con la stampa sulle notizie relative alle difficoltà sui due progetti nella valutazione in corso a Bruxelles sul via libera della terza tranche del Pnrr all'Italia.

Tra le «tappe fondamentali i cosiddetti piani integrati urbani» e «la terza richiesta di pagamento include una pietra miliare relativa all'adozione di piani di investimento riguardanti progetti di rigenerazione urbana da parte delle città metropolitane». I progetti «devono rispettare i criteri che abbiamo concordato nel piano, che è stato convalidato dagli Stati membri nella decisione di attuazione del Consiglio» e «devono essere localizzati in grandi aree urbane degradate» e «rispettare l'obiettivo sociale della misura. Questo è esattamente ciò che stiamo valutando al momento».

Intanto in casa Pd i nervi sono tesi

Ma come dicevamo la questione adesso è soprattutto politica. Forse è iniziato la campagna elettorale? Intanto arrivano commenti anche dal Parlamento. Nello specifico è l'onorevole del Pd, Rosa Maria Di Giorgi, che definisce la situazione come «stallo incomprensibile, il progetto ha passato tutti i vagli di ammissibilità»

«Come parlamentare ho seguito sin dall’inizio la vicenda della ristrutturazione dello stadio Franchi, essendo stata una delle promotrici del percorso che poi ha portato alla Legge sulla tutela e la valorizzazione degli impianti sportivi storici - ha aggiunto Di Giorgi -  tra cui quello di Firenze rappresenta, per indubbie ragioni artistico-monumentali, uno tra gli esempi di maggiore rilievo.

Ho seguito e condiviso il percorso che ha portato all’inserimento del Franchi nei progetti finanziabili dal PNRR, convinta che fosse una cosa opportuna, considerato il valore del progetto che va a riqualificare un intero quadrante della città, restituendo a nuova vita pezzi urbani che rischiavano di essere consegnati al degrado qualora non avessero confermato la loro funzione sportiva.

Scoprire oggi che viene rimesso tutto in discussione mi lascia oltremodo perplessa. Se non è regolare l’intervento oggi, non lo era nemmeno prima. E allora come mai ne è stata ammessa la finanziabilità?

Chiediamo all'Europa dunque di dare un segno di coerenza ed anche di lungimiranza, ed allo stesso tempo ci auguriamo che la vicenda del Franchi non diventi il terreno di gazzarre politiche di cortile, che rischiano di sacrificare il futuro di Firenze e la credibilità del nostro Paese a interessi di corto respiro, per non dire di bottega».

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