Che fine farà lo stadio dei fiorentini?

Il futuro del Franchi è nelle mani dell'Europa

Il sindaco Dario Nardella non esclude un suo viaggio a Bruxelles

Il futuro del Franchi è nelle mani dell'Europa
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Non si finanziano con soldi pubblici gli stadi. Avrebbe detto cosi Céline Gauer, a capo della squadra per il Recovery fund (il piano di ripresa e resilienza) della Commissione europea. Un grosso nodo al pettine per il restauro dello stadio Artemio Franchi e per il suo futuro. Nervi tesi a Palazzo Vecchio, anche se il sindaco Dario Nardella si dice tranquillo. Tranquillo, però, fino a un certo punto. Il primo cittadino non ha nemmeno escluso un viaggio a Bruxelles.

Batteri i pugno sul tavolo?

«Se non viene approvato un progetto di altissimo livello come quello di Firenze allora quasi tutto il Pnrr non dovrebbe essere autorizzato», ha detto Nardella al rientro dal suo viaggio a New York dove ha incontrato anche il patron Viola, Rocco Commisso. Il rischio, come più volte detto in queste settimane, che il Franchi faccia la fine dello stadio romano Flaminio.

«Leggeremo nel dettaglio le osservazioni della Commissione europea che ancora non conosciamo – ha aggiunto Dario Nardella – e siamo fin da ora fiduciosi sul fatto che sapremo rispondere punto per punto in piena collaborazione con il governo».

E poi ancora. «Ho già espresso la richiesta di essere auditi dai servizi della Commissione, in accordo col Governo, nelle forme che si riterranno più utili, però riteniamo che sia giusto darci la possibilità di una audizione e di un confronto diretto con gli uffici anche perché qui ci sono finanziamenti approvati e confermati in un anno e mezzo di lavoro, di lettere, di accordi formali sottoscritti, di documenti, tutto riconosciuto e certificato dai vari organi competenti a livello nazionale. Per questo riteniamo incomprensibili queste osservazioni da parte delle istituzioni comunitarie che nulla hanno detto prima d’ora nonostante che siano già state erogate due delle prime tranche al PNRR italiano».

Intanto ci sarà anche un incontro con il ministro Fitto. «Noi crediamo che l’Italia debba fare il massimo per farsi ascoltare e rispettare, e ci aspettiamo per questo l’impegno totale del governo - ha aggiunto ancora Nardella - Ho chiesto anche al ministro Raffaele Fitto di incontrarci al più presto, in accordo col sindaco di Venezia, Brugnaro, e il presidente dell’Anci, Decaro».

Insomma, quello del Franchi è un progetto ancora con i nervi troppo scoperti e appeso a un filo.

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