I DATI

Toscana tra le migliori regioni italiane in materia di prevenzione oncologica

Screening oncologici, priorità alle diagnosi precoci del tumore

Toscana tra le migliori regioni italiane in materia di prevenzione oncologica
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I dati parlano chiaro. Nonostante la pandemia e le criticità emerse a causa delle misure restrittive anti Covid, il 21esimo Rapporto annuale sugli screening oncologici (del colonretto, della mammella e del collo dell’utero) registrati nel 2019, conferma la Toscana tra le migliori regioni italiane in materia di prevenzione oncologica.

Toscana tra le migliori per prevenzione oncologica

Lo screening del colonretto presenta una estensione del 94% in miglioramento rispetto al biennio precedente, mentre l’adesione si attesta al 47% lievemente in calo rispetto al 2018. L’adesione alla colonscopia nei soggetti con test positivi è stata pari al 78% in miglioramento rispetto all’anno precedente con una ottima performance per quanto riguarda la completezza dell’esame (92% di raggiungimento del cieco). In totale nel 2019 sono stati diagnosticati 182 cancri e 2.433 adenomi di cui 1.133 avanzati.

La copertura dello screening mammografico si mantiene stabile e ottimale anche nel 2019 (estensione pari al 96% e adesione al 70%). L’invio ad approfondimenti diagnostici di secondo livello è al di sopra degli standard raccomandati per quanto riguarda i primi esami (14%) e più adeguata per gli esami ripetuti (6,5%). Le indicazioni a trattamento sono state 1.054, ma si è stati in grado di recuperare le informazioni sul trattamento solo in 990 casi. Il tasso diagnostico è buono, attestandosi intorno a circa 6 cancri diagnosticati ogni 1000 donne esaminate. Anche la proporzione di tumori in stadio avanzato è contenuta, e sempre entro gli standard raccomandati così come l’effettuazione di trattamenti chirurgici conservativi nei tumori maggiori di 2 cm (maggiore dell’89%).

Per quanto riguarda lo screening cervicale l’estensione non ha mai presentato problemi e tutte le donne aventi diritto sono state invitate (oltre 293.000 donne) allo screening con Pap test (dai 25 ai 33 anni) e a quello con Hpv (dai 34 ai 64 anni). Le donne che hanno partecipato sono state oltre 96.000 per quanto riguarda Hpv primario e oltre 47.000 per lo screening con Pap test. In sintesi l’adesione è tra le migliori nel panorama italiano pari al 54,3% complessivamente e 56% per il test Hpv primario.

Covid e tumori

Analogamente a quanto è successo nel resto d'Italia, l’impatto della pandemia sull’andamento degli screening è più marcato, in particolare, nel periodo gennaio-settembre 2020, quando comparato con analogo periodo del 2019. In generale, i primi 9 mesi del 2020 sono quelli più critici, periodo durante il quale si è registrata una diminuzione di adesioni ai test di screening, vuoi per le misure restrittive anti Covid, vuoi per il timore di eventuali contagi da parte degli utenti nel frequentare le strutture sanitarie, sedi di screening.

“Il Covid non deve fermare il grande lavoro svolto da Ispro e dalla rete oncologica toscana. Daremo priorità alla prevenzione. Siamo pronti a ripartire, nonostante le difficoltà del momento - spiega il presidente, Eugenio Giani -. E’ indubbio che l’emergenza sanitaria, tuttora in atto, con le sue misure restrittive anti Covid, abbia messo in difficoltà il sistema degli screening e ci siano delle criticità, ma stiamo lavorando anche su questo, per riportare la situazione alla normalità il più rapidamente possibile. La Toscana ha una lunga tradizione di prevenzione oncologica, professionisti di altissimo livello, e una rete regionale, che ci consentiranno di continuare a investire in questo ambito, di nuovo, con ottimi risultati”.

“In merito alla situazione attuale, in cui lo scenario pandemico rende complessa sia l’erogazione delle attività che la partecipazione da parte dell’utenza - aggiunge Gianni Amunni, direttore generale di Ispro, Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica - stiamo portando avanti un progetto di promozione alla partecipazione e alcuni perfezionamenti organizzativi, per recuperare, in tempi celeri, liste di attesa e ritardi nelle risposte diagnostiche. Contiamo di rimetterci in pari entro gennaio 2021”.

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