Stop agli affitti in brevi in area Unesco. Approvata a maggioranza la proposta della Giunta Nardella
Nel 2016 avevamo poco meno di 6.000 appartamenti inseriti su Airbnb, oggi ce ne sono quasi 14.378
Adesso è realtà. Stop agli affitti brevi nell'area Unesco a Firenze. L'obiettivo della delibera, approvata ieri - lunedì 2 ottobre 2023 - in Consiglio comunale è preservare l'identità del centro storico. Il documento è passato con i voti favorevoli di Pd e Lista Nardella, Sinistra Progetto Comune, gruppo misto e il capogruppo del M5S Robersto De Blasi. Contrari il centrodestro, tranne Forza Italia (non era in aula al momento del voto) e il gruppo Centro.
La proposta prevede l'azzeramento dell'Imu sulla seconda casa in favore di coloro che rinunceranno alle locazioni brevi.
Stop al centro storico come se fosse un albergo diffuso
Il messaggio è chiaro: non far diventare Firenze come se fosse un albergo e non il luogo anche dei fiorentini che qui vi risiedono. Infatti, nell’area Unesco, che rappresenta appena il 5% del territorio comunale, si concentra quasi il 75% degli appartamenti destinati a locazione breve.
Nardella: "Squarciamo questo velo di inerzia nazionale"
"Questa nostra iniziativa è un passo concreto - ha detto il sindaco Dario Nardella - Non è una panacea ma abbiamo la responsabilità di proporre al Consiglio comunale una strada con un significato politico: proviamo a fare breccia in questa situazione di inerzia nel Paese. Lo abbiamo fatto con il casco obbligatorio per i monopattini: per primi lo abbiamo introdotto, e poi il Governo ha annunciato una legge su questo tema. Vogliamo squarciare questo velo degli affitti brevi? Sono convinto che se facciamo il primo passo altri ci seguiranno".
Tante le proteste negli ultimi anni da parte dei residenti del centro storico che si sono trovati da un momento all'altro a convivere con i turisti e non più in un condominio,
Per Nardella si tratta di "una vera e propria forma di sfruttamento economico delle abitazioni civili".
"In molti paesi le amministrazioni sono tempestivamente intervenute per regolare il fenomeno, in modo da preservarne la sostenibilità, anzitutto sul piano sociale. Ricordo, ad esempio, i casi di Parigi, Amsterdam, Barcellona, Lisbona, e da ultimo anche New York. In Italia, invece, la mancata adozione di qualsivoglia regola e argine normativo ha finito per mettere in competizione la domanda abitativa turistica con la domanda abitativa residenziale.
Quello alla casa è un diritto fondamentale, ed ogni ente territoriale, a qualsiasi livello, deve fare tutto ciò che è possibile per garantirne la piena effettività - ha ancora detto Nardella, a margine del suo intervento in Consiglio.
Siamo stati la prima amministrazione comunale a richiedere insistentemente allo Stato un intervento regolatore della materia. Per ragioni incomprensibili, l’unica risposta legislativa ha riguardato la sola città di Venezia, che pure vive criticità assolutamente analoghe a quelle fiorentine.
Il nostro obiettivo, infatti, non è mai stato quello di bloccare o addirittura criminalizzare un’attività economica assolutamente legittima e, in determinati contesti, anche potenzialmente virtuosa. Ciò che è fondamentale, semmai, è che si riesca a garantire, nei vari distretti urbani, un adeguato equilibrio tra offerta abitativa turistica e offerta abitativa residenziale".
I numeri
Nel 2016 avevamo poco meno di 6.000 appartamenti inseriti su Airbnb, oggi ce ne sono quasi 14.378. In questo lasso di tempo, il costo medio dei canoni mensili per le locazioni ordinarie (residenziali) è aumentato del 42%, passando dai 13,4 €/mq del 2016 ai 19 €/mq dello scorso agosto.
Solo nell’ultimo anno, l’aumento è stato del 15,1%. Significa pagare, per una singola stanza, almeno 500 € al mese. Si è poi avuta una escalation dopo il Covid, quando la forza attrattiva delle piattaforme online e l’assenza di regole, unica alla redditività altissima dello sfruttamento turistico dell’alloggio privato, ha portato a questa situazione.
Secondo l’ISTAT (report su “Emergenza abitativa” del settembre 2022, riferito a dati del 2021), le spese per la casa (comprensive, dunque, non solo dei canoni di affitto, ma anche di utenze e ogni altro costo accessorio) sono sostenibili se si attestano, al massimo, sul 40% del reddito disponibile.
A Firenze e provincia, gli under 35 guadagnano in media meno di 20.000 € lordi annui. "Significa non potersi permettere, ancora a 35 anni, un monolocale di 30 mq", ha tagliato corto il sindaco Nardella.