L'appello per i profughi che vagano nei boschi della Bosnia Erzegovina
La Commissione Pace e Cooperazione del Comune di Calenzano che si è riunita il 12 gennaio, ha approvato a maggioranza un documento appello per i profughi che vagano nei boschi della Bosnia Erzegovina.
L'appello per i profughi
In considerazione delle gravissime, disperate condizioni di vita a cui sono costretti migliaia di profughi e migranti in Bosnia Erzegovina, a causa delle politiche di respingimento praticate dalla Croazia e, indirettamente dall’Europa, La Commissione Pace e Cooperazione del Comune di Calenzano esprime tutta la propria indignazione per questo inaccettabile stato di cose e piena solidarietà a queste persone che, nel rigidissimo clima invernale dei boschi bosniaci, sono costrette a vagare in cerca di ripari di fortuna contro il gelo, la pioggia e la neve, senza servizi igienici ed assistenza di alcun tipo, se non la distribuzione giornaliera di un pasto a cura della Croce Rossa.
Il documento votato continua poi:
La situazione, recentemente precipitata in seguito all’incendio che ha distrutto l’accampamento di Lipa nei pressi di Bihac, vede per adesso poche prospettive di soluzione: i profughi, tutti di sesso maschile, in maggioranza provenienti da Pakistan ed Afghanistan, vengono continuamente respinti alla frontiera croata e in Bosnia, nonostante i cospicui finanziamenti europei ottenuti allo scopo, non sembrano praticabili nessuna delle soluzioni di accoglienza temporanea che pur sono state predisposte dal governo bosniaco, a causa della agguerrita opposizione di Sindaci e popolazioni locali.
Si prospetta purtroppo un’altra catastrofe umanitaria di dimensioni enormi, che peserà ancora una volta sulla coscienza dell’Europa, che in questi anni è stata capace solo di erigere muri e barriere, praticare respingimenti via terra e via mare, violando le convenzioni internazionali che garantiscono il diritto all’asilo.
In particolare le regole di Schengen insieme alla politica di esternalizzazione delle frontiere, praticata dall’Europa, con i cospicui finanziamenti offerti al governo bosniaco, come a quello turco, sono tutt’altro che una soluzione in grado di attenuare le sofferenze delle persone e di garantire loro un minimo di assistenza ed accoglienza.
Occorre una svolta radicale nella gestione dei profughi sia su scala mondiale che nel contesto europeo, che consenta di garantire - anche aprendo corridoi umanitari - una effettiva assistenza e protezione ai milioni di persone in fuga da guerre, fame e persecuzioni.
In Bosnia Erzegovina è da tempo presente una rete di associazioni che cercano di prestare soccorso ai profughi. Per questa specifica crisi umanitaria l’associazione Emmaus Italia, che aderisce al Movimento internazionale Emmaus fondato dall’Abbé Pierre, ha lanciato un appello ed una campagna di raccolta fondi che saranno destinati all’associazione IPSIA – emanazione delle ACLI – che è attiva a Bihac per la distribuzione di beni di primissima necessità.
Ognuno può fare la sua parte
La Commissione Pace e Cooperazione del Comune di Calenzano fa pertanto proprio l’appello di EMMAUS Italia, decide di devolvere a tale finalità i gettoni di presenza della seduta della commissione ed invita cittadini ed associazioni ad attivarsi per contribuire alla raccolta fondi.
Si può contribuire mediante bonifico a Emmaus Italia
Coordinate bancarie: IT 13 U 05018 02800 000015118102
Causale: Emergenza Bosnia
(le erogazioni liberali potranno essere detratte dalla dichiarazione dei redditi nelle percentuali consentite dalla legge)