La corsa a Palazzo Vecchio

Elezioni a Firenze: nel centro sinistra sbuca il professor Montanari in forza M5S, ma il candidato lo sceglie il PD

I Dem devono gettare acqua già sul caso Del Re che si autocandida e chiede le primarie, Nardella e i vertici del partito preferiscono un percorso di consultazione interna

Elezioni a Firenze: nel centro sinistra sbuca il professor Montanari in forza M5S, ma il candidato lo sceglie il PD
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E’ un conto alla rovescia carico di aspettative da parte della città quello che porta da oggi fino alle elezioni amministrative per il governo della città di Firenze, fissate ufficialmente il prossimo 9 giugno 2024 in concomitanza con le Europee. 

Il momento storico è cruciale per tracciare un nuovo percorso politico al capoluogo toscane: finisce l’epoca Nardella che ha già esaurito le due legislature possibile e, di fatto, si chiude quindi il periodo del duopolio Renzi - Nardella dal titolo "C'eravamo tanto amati".

La città è storicamente a trazione sinistra e, se parliamo con termini più contemporanei, possiamo dire centro - sinistra. Lo stesso dicono i primi sondaggi diffusi nelle scorse settimane: Pd primo partito di Firenze con il 34 per cento e Centro Sinistra in maggioranza assoluta con il 53 per cento. Si sa però che oggi, e lo testimonia il centro destra al governo nazionale, i consensi e quindi i risultati elettorali possono variare molto velocemente e dipendono anche da dettagli e intese più ampie possibili con le forze in campo nell’area politica. 

Partendo comunque favoriti a sinistra è evidente un grande fermento riguardo a chi sarà il candidato che proverà a succedere a Dario Nardella. C’è un’area che si dichiara al lavoro per la costruzione di un’intesa programmatica che comprenda l’ampio raggio da Movimento Cinque Stelle a Italia Viva con in mezzo il Partito Democratico a fare da protagonista. C’è invece chi si diverte a snocciolare i nomi, giocando a palla c’è palla non c’è con la stampa. 

Il PD, in via ufficiale, pare voglia scegliere il candidato internamente alla fine di un percorso di consultazione sulla base della scelta di un nome ideale per il progetto politico amministrativo proposto alla città. Lo ripetono da settimane dai vertici dei Dem e lo sottolinea anche il sindaco Dario Nardella quando viene chiamato in causa. Però poi, oltre alla versione ufficiale, c’è al realtà. E qui pare che il gioco si faccia duro. 

In prima linea ci sono le donne. Un nome su tutti: Cecilia Del Re. L’ex assessore all’Urbanistica spinge per le primarie e si fa forte del record di preferenze raccolto all’ultima consultazione. E’ attiva sui social, si auotocommissiona i sondaggi che pare la considerino la più apprezzata dalla città, organizza cene ed eventi. Tutto senza passare dagli uffici che contano del partito. Anzi, più volte il PD di Firenze si è dissociato dalle iniziative del Re e, anzi, si è mostrato critico sul suo comportamento. Nardella sembra voglia invece spingere Sara Funaro, nipote del vecchio sindaco Piero Bargellini e attuale assessore al welfare. Le altre due donne in lizza paiono essere la Schleniana Mania Monni e Stefania Saccardi, vice presidente della Regione Toscana in orbita Renzi (sì, ancora tu). Un gran caos che nei corridoi del partito viene chiamato pluralismo. 

 

Il prof ha detto No, ma...

Nelle ultime ore chi ha sparigliato le carte è il Movimento 5 Stelle e probabilmente Giuseppe Conte in persone che a Firenze ha lavorato all’università, facendo montare l’interesse per la proposta di Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per stranieri di Siena, quale candidato a sindaco della città toscana. Un nome che scotta a Palazzo Vecchio con una querela a da 165 mila euro in mezzo (risale al dicembre 2020) tra lui e l’attuale sindaco Dario Nardella. Niente di ufficiale, semplicemente, per ora, il gioco delle parti, una paginata sul Corriere della Sera e la smentita via “X”, la versione rifatta di Twitter, dello stesso Montanari:

“Un'intera pagina del Corriere, stamani, per esorcizzare una mia candidatura a sindaco di Firenze: niente panico, simpatici amici, il mio mandato di rettore scade nel 2027”. Una bella lotta nella sinistra fiorentina con la consapevolezza che, nonostante, ci siano tutti i favori dei pronostici, non si può sbagliare.

E a destra?

Qui sorge un dubbio: il centro destra, dopo decenni di sconfitte, odorando in quest’epoca un cambiamento forte della società in Italia, ma anche in Toscana, sta lavorando sotto traccia per presentare un progetto credibile? Oppure sono ancora più in confusione del Centro sinistra? Qui i nomi, a oggi, sembrano ancora più sparati con la carabina, a meno che non si cerchi veramente una figura che possa raccogliere tutte le forze moderate e di destra alternative all’orbita PD. Forse però con Batistuta si è esagerato ed era solo una provocazione. Attrae invece molti più consensi la figura di Eike Schmidt, il tedesco storico dell’arte, direttore degli Uffizi. Resta da vedere se i consensi sono solo dentro l partito o lo voterebbero anche i cittadini di Firenze. Al momento sono meno probabili, anche se le più naturali candidature di partito come quelle di Stella e Cellai.  

Il ruolo delle civiche

In una stagione in cui la politica tradizionale e i partiti hanno perso appeal, c’è un grande ristorno di tante persone alla costruzione di movimenti civici con intenti politici. D’altronde Firenze sta vivendo un percorso di cambiamento epocale con tanti problemi da risolvere in primis la sicurezza e la questione degli affitti brevi in centro. Se non ci è riuscita la politica perché non provarci direttamente con i gruppi dei cittadini? Questo un pensiero abbastanza diffuso.

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