Affitti brevi: braccio di ferro tra Nardella e Santanchè
Tavolo istituzionale sulla questione, ma per adesso si chiude con un nulla di fatto
Continua la sfida aperta tra i sindaci (in testa il primo cittadino di Firenze) e la ministra Santanchè sulla questione degli affitti brevi.
Affitti brevi: braccio di ferro tra Nardella e Santanchè
E' terminata con il solito braccio di ferro tra Nardella e la ministra al Turismo Santanchè la riunione indetta pochi giorni fa, proprio dopo la boutade di Nardella, che, alla luce delle norme previste nella bozza del disegno di legge ministeriale sul mercato delle locazioni, ha promesso un provvedimento ad hoc in grado di limitare la trasformazione dei palazzi del centro storico in affittacamere.
Al tavolo istituzionale il sindaco di Firenze Dario Nardella, assieme a sindaci e delegati delle Città Metropolitane, tira dritto sul nodo degli affitti brevi. "Manteniamo in piedi il nostro pacchetto di misure urbanistiche – spiega il primo cittadino – tese a favorire la residenza, a limitare la rendita parassitaria, soprattutto quando si configura come una concorrenza sleale verso le imprese, ed equilibrare il fenomeno degli affitti turistici brevi".
E se Nardella è a capofila dei contrari, tra i componenti della crociata anti affitti brevi c’è anche chi guarda con ottimismo al confronto con il ministro Santanchè. "Ci siamo lasciati con un approfondimento sulla possibilità di normare il numero di licenze per persona – rivela l’assessore alla Casa del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran – su cui la ministra era possibilista, e la richiesta dei comuni di applicare delle zonizzazioni per ridurre la pressione in alcune zone a rischio di sostituzione abitativa, su cui non ci sono state aperture". Tuttavia, anche Maran sottolinea come "a oggi, la proposta contenuta nel disegno di legge della ministra Santanchè è per noi certamente insufficiente e la questione del numero di notti minime è ininfluente per le città".
Nardella tuttavia apre un piccolo spiraglio: "Stiamo lavorando anche con altre amministrazioni, confermando che se la norma definitiva che è in preparazione dovesse soddisfare le esigenze della nostra città noi saremo pronti a rivedere o anche a ritirare i nostri provvedimenti".
Ma poi lo stesso primo cittadino specifica: "Abbiamo presentato la proposta di sostituire al criterio delle notti minime il criterio del numero massimo di appartamenti che un soggetto può affittare, numero che oggi è quattro e che vorremmo abbassare a due". Oltre questi numeri, ripete il sindaco, "riteniamo non ci sia più il caso di una famiglia che affitta la propria seconda casa ma si configuri una realtà imprenditoriale".