Concorso 25 aprile a Jacopo Morelli
La poesia si intitola "Apro la porta".
Concorso 25 aprile, Jacopo Morelli si è aggiudicato il primo premio al concorso “Come vedo il 25 aprile”, con la poesia Apro la porta nella quale interiorizza la morte dovuta ai bombardamenti di una guerra senza tempo.
Concorso 25 aprile, la premiazione
Riconoscimenti anche per i lavori di Simone Ciarlone e di Giulio Bartalini
I valori della Liberazione nei lavori dei ragazzi della scuola media Marmocchi
La professoressa Silvia Cortigiano: «Dedichiamo molto tempo a capire il secolo scorso con le due guerre mondiali e gli orrori del Nazismo e del Fascismo. La Storia viene interpretata dalla sensibilità dei ragazzi». Per l‘assessore Susanna Salvadori: «È un importante riconoscimento perché alla base c’è la volontà di sollecitare i più giovani a riflettere sulla storia e su una data importantissima per la nostra comunità.
Un po’ di storia
Settantaquattro anni non sono passati invano e i valori della Liberazione e il senso del 25 Aprile sono ancora ben vivi e presenti nelle coscienze dei ragazzi della scuola media che quei momenti li hanno vissuti soltanto sui libri attraverso le pagine di Storia. Come lo sono per Jacopo Morelli, studente della 3B della scuola media Marmocchi dell’Istituto Comprensivo 1 di Poggibonsi. Morelli si è aggiudicato il primo premio della “sezione letteraria” dell’undicesima edizione del Concorso “Come vedo il 25 aprile”, rivolto a studenti delle scuole superiori, delle terze classi delle medie e giovani Anpi e promosso dai Comuni di Castelfiorentino, Poggibonsi e San Gimignano. Jacopo Morelli si è aggiudicato il premio con la poesia Apro la porta nella quale lo studente di tredici anni interiorizza la morte dovuta ai bombardamenti di una guerra senza tempo dove l’anima va in frantumi come i vetri delle finestre in una abitazione piena soltanto di corpi senza vita. Vedo corpi distesi come un tappeto / un tappeto di tristezza. / Li osservo e vedo la mia famiglia. / Finestre rotte come la mia anima. / Il sole sorge e rende onore ai defunti.
Parla la professoressa Cortigiano
«In terza dedichiamo molto tempo a capire il significato del secolo scorso caratterizzato da due guerre mondiali e dagli orrori provocati dal Nazismo e dal Fascismo. Un percorso dove la Storia viene interpretata dalla sensibilità di ciascun ragazzo», commenta Silvia Cortigiano, insegnante di Italiano della classe di Jacopo Morelli. E le riflessioni della 3B sono il filo conduttore del concorso valdelsano. Concorso che è una occasione per riflettere sulla Storia italiana e sul 25 Aprile e per ricordare con le parole di chi la Storia di quel periodo l’ha fatta in prima persona. Come Mauro Montanelli, testimone del cannoneggiamento di Quercecchio a Castelfiorentino avvenuto il 26 luglio 1944. Montanelli, 88 anni, ha ricordato come vide morire sei sui parenti, tra cui un cugino di sette anni, in seguito al passaggio del fronte.
Oltre al primo premio di Jacopo Morelli, la 3B ha ottenuto riconoscimenti anche per i lavori di Simone Ciarlone e di Giulio Bartalini.
Interviene l’assessore Salvadori
Per l’assessore Susanna Salvadori si tratta di «Un importante riconoscimento nell’ambito di un bel concorso perché alla base c’è la volontà di sollecitare i più giovani a riflettere sulla storia e su una data importantissima per la nostra comunità democratica, egualitaria e libera». Per questo, conclude Salvadori, va «Un plauso a tutti gli studenti e a tutte le scuole che hanno partecipato. Un bravo in particolare ai nostri studenti per il primo premio e le menzioni ricevute. Un risultato frutto del lavoro portato avanti dagli insegnanti e dalla scuola e che rappresenta una bella soddisfazione per tutta la nostra città».
La poesia di Jacopo Morelli
Apro la porta.
Silenzio profondo.
Scricchiolio del pavimento.
Faccio un passo nell’inferno.
Una bomba era caduta vicino alla casa.
Polvere.
Vedo corpi distesi come un tappeto,
un tappeto di tristezza.
Li osservo e vedo la mia famiglia.
Finestre rotte
come la mia anima.
Il sole sorge e rende onore ai defunti.
Mi avvicino.
Vedo la faccia di uno di loro,
lo conosco.
Mi guarda quasi impaurito,
come se si volesse nascondere.
Ma in quel corpo c’è solo immaginazione.
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