La Grotta degli animali

La Grotta degli animali
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Giardino della Villa medicea di Castello. ART BONUS. Al via il restauro dei gruppi scultorei della Grotta degli animali. Publiacqua S.p.A. finanzia un nuovo progetto della Direzione regionale musei della Toscana

La Grotta degli animali di Villa di Castello: al via il restauro dei gruppi scultorei

L’iniziativa è stata presentata ai media da Massimo Osanna, Direttore generale Musei-MiC, Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana-MiC, Dario Nardella Sindaco di Firenze, Marco Mozzo Direttore del Giardino della Villa medicea di Castello, Lorenzo Perra Presidente di Publiacqua e Giuseppe De Luca, Direttore del Dipartimento di architettura dell'Università di Firenze, nella splendida cornice del giardino della Villa, il primo dei giardini medicei descritto da Giorgio Vasari come “il più ricco, il più magnifico et il più onorato giardino d’Europa”, questo straordinario luogo di meraviglia, riconosciuto come prototipo del giardino cinquecentesco all’italiana, fa parte del sito seriale Unesco “Ville e giardini medicei in Toscana”.

 

La Grotta degli animali è da tempo interessata da un lungo ciclo di restauri, in particolare quelli avviati dal 2019 con la direzione della Soprintendenza ABAP di Firenze, secondo un progetto cofinanziato dalla Regione Toscana per il 70% con fondi comunitari POR FESR 2014-2020 e direttamente dal Mibact (oggi MiC) per il 30%, la cui conclusione è prevista entro il 2022. Dopo oltre due secoli, l’acqua è tornata a zampillare da oltre cento punti di caduta posti nella volta al di sopra delle vasche, azionando il complesso sistema di giochi d’acqua e sonorità che ha incantato i visitatori fin dal XVI secolo, immortalato già da Michel de Montaigne nel suo Viaggio in Italia: “In questo luogo, esiste una bella grotta dove, raffigurati al naturale, si vedono animali d’ogni specie che spruzzano l’acqua di dette fontane chi dal becco, chi dalle ali, chi dagli artigli o dalle orecchie o dal naso”.

La Grotta degli animali o del Diluvio, che si trova al termine del viale principale, fra le più celebri in Europa, fu progettata da Niccolò Pericoli detto il Tribolo intorno al 1540. Ha un ruolo simbolico e centrale nella complessa e straordinaria iconografia del Giardino, realizzata per esaltare il ruolo pacificatore e il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de’ Medici. Recenti studi hanno evidenziato le forti connessioni che intercorrono tra la celebre Grotta di Egeria del II sec. d.C. sulla via Appia che celebrava il mito della ninfa Egeria e del suo consorte Numa Pompilio, secondo re di Roma. Entrambi ritornano nell’encomiastica medicea in particolare in occasione del matrimonio di Cosimo I e della sua sposa Eleonora di Toledo, facendo avanzare l’ipotesi che il Giardino sia stato realizzato anche come omaggio di Cosimo I alla sua consorte, moglie fedele e saggia consigliera, che assume nel contesto di Castello un ruolo inedito, quasi di musa ispiratrice.

Il progetto originale si trasformò nel corso del Cinquecento, con l’apporto di altri architetti e scultori della corte medicea, tra cui Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e il Giambologna, e con successivi interventi e restauri sino alla fine del Settecento.

La Grotta, gioiello del giardino mediceo, è un vero e proprio teatro delle acque, allegoria del potere in forma di meraviglia, dove la variopinta fauna allestisce uno spettacolo unico al mondo in una commistione perfetta tra artificio e natura, amplificata dall’impiego di elementi naturali reali, come i palchi di vere corna. Un carosello di specie abbraccia l’unicorno, unica creatura fantastica, simbolo di purezza, che campeggia al centro della vasca frontale e risana con il suo corno le acque per tutti gli altri animali. Il richiamo alla leggenda, nota fin dal mondo greco, sottolinea il ritorno dell'Età dell'oro della Toscana sotto il governo del Duca riflesso nelle acque che, provenienti dal vivaio dell'Appennino, attraversano il luogo segreto della Grotta e quindi tutto il Giardino, distribuite tramite numerose fontane, alcune non più esistenti, sino a quelle di Venere Fiorenza, del Giambologna, e di Ercole (eroe mediceo) che scoppia Anteo, opera di Bartolomeo Ammannati. Anteo è un gigante feroce dalla cui bocca esce un getto alto 5 metri, esaltazione della forza e della potenza del nuovo Duca.

All’interno della Grotta, oltre alla fontana con l’unicorno, spiccano altre specie esotiche e animali all’epoca ritenuti rari come la giraffa, simbolo di trionfo di tradizione classica, chiamata in origine “cameleopardo” perché riuniva caratteristiche del cammello e del leopardo. Giulio Cesare ne portò una a Roma per celebrare i suoi trionfi in Egitto e solo molti secoli dopo si poté ammirare a Firenze il primo esemplare vivente donato a Lorenzo il Magnifico dal sultano d’Egitto.

Sulla stessa vasca il rinoceronte grigio dal doppio corno non ha nulla delle fattezze naturali, il suo modello di riferimento potrebbe essere una celebre stampa di Dürer, mentre è possibile riconoscere la copia del modello romano di epoca ellenistica raffigurante un cinghiale ferito che papa Pio IV donò a Cosimo I nel 1560 riprodotto da Pietro Tacca per la Fontana del Porcellino. Anche un leopardo stilizzato e una scimmia, un dromedario e un elefante creano insieme agli altri una straordinaria composizione dai molteplici valori simbolici.

Grazie al finanziamento di Publiacqua S.p.A. tornerà nella Grotta "il mondo dell’aria" con l’allestimento delle copie in bronzo di quattro tra i nove esemplari di volatili attribuiti al Giambologna: il Gufo, il Gallo, il Gheppio e la Colomba che erano appollaiati sulle volte, fissati su speciali supporti, in mezzo a una rigogliosa vegetazione, stupefacenti per il dettaglio dei piumaggi che risplendevano sotto lo sgocciolio delle acque. La riproduzione dagli originali, esposti oggi al Museo nazionale del Bargello, sarà possibile grazie alla collaborazione istituzionale col Museo proprietario, e alla tecnologia della scansione laser.

Infine, è prevista la ricollocazione, nelle nicchie esterne, delle statue originali in marmo raffiguranti due Gladiatori di Domenico Pieratti (Firenze, 1600-Roma, 1656), attualmente esposte presso la Villa medicea della Petraia. Una di queste statue è un rifacimento di quella originale romana a sua volta copia di un originale greco attribuito a Lisippo.

Al termine dei lavori sarà interamente recuperato l’effetto sorprendente, da tableau vivant,  di un serraglio che sembra animarsi nel momento in cui le pietre di colori differenti, che imitano ciascuna la pelle originale dell’animale, si bagnano per effetto degli zampilli che fuoriescono dal pavimento e dalle volte, azionati dal complesso meccanismo idraulico.

Sabato 2 e 9 aprile, dalle 10.00 alle 13.00, visite guidate straordinarie a cura di Marco Mozzo e Giulia Coco, direttore e curatrice del Giardino di Castello, offriranno al pubblico l’occasione di riscoprire questo straordinario spazio verde e la sua affascinante storia, ammirando anche la magnifica fioritura spontanea primaverile dei prati. Per partecipare alle visite è necessaria la prenotazione: firenzemusei@operalaboratori.com

È inoltre prevista l'apertura straordinaria gratuita del Giardino il 18 aprile, lunedì di Pasquetta, e il 25 aprile, Festa della Liberazione.
Dal mese di maggio le aperture al pubblico riprenderanno con un calendario mensile che sarà reso noto a fine aprile.


Giardino della Villa medicea di Castello
Via di Castello, 47 - 50141 Firenze

La rubrica di Giovanna M. Carli

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