SI ATTENDE IL PM

Stupro di gruppo a Chianciano, schermitrice ascoltata 8 ore in aula: nel racconto conferma l'accusa

Una lunghissima udienza durante la quale la giovane ha risposto alle domande di pm, avvocati e giudice. La giovane è uscita in lacrime

Stupro di gruppo a Chianciano, schermitrice ascoltata 8 ore in aula: nel racconto conferma l'accusa
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Un incidente probatorio fiume da quasi 8 ore. Una lunga udienza durante la quale la 18enne schermitrice uzbeka presunta vittima di stupro ha risposto alle numerose domande di pm, avvocati e giudice. La giovane è uscita dal Tribunale di Siena in lacrime abbracciando la madre che la stava aspettando fuori, sfogandosi dopo il durissimo racconto affrontato in aula con la forza e la caparbietà che contraddistinguono proprio gli atleti.

Non erano presenti i due sciabolatori Emanuele Nardella e Lapo Pucci - ce n'è anche un terzo minorenne - presunti colpevoli della violenza perpetrata ai suoi danni nell'agosto 2023 a Chianciano Terme. La ragazze e i tre schermidori si trovavano ad un pub vicino al camp sportivo dove alloggiavano e dopo averlo lasciato, in hotel, si sarebbe consumato lo stupro. La ragazza, al tempo minorenne, ha così potuto dare voce a tutto quanto aveva dentro, senza il paravento davanti.

Il racconto della serata

La giovane ha ricostruito i rapporti con i ragazzi rispondendo alle tante domande. Sono state mostrate immagini, foto, trascrizioni di telefonate, chat Whatsapp e video. La serata è stata rivissuta per filo e per segno, almeno fino al momento in cui ha lasciato il locale. Da lì la giovane avrebbe un vuoto fino al risveglio, scioccante. La ragazza si sarebbe ritrovata in una camera da letto diversa dalla sua con addosso alcuni lividi. I tre sarebbero stati lì vicini e li avrebbe sentiti pronunciare parole di scherno.

Dopo la lunghissima udienza, durata appunto quasi 8 ore, la giovane è uscita stremata ma consapevole di aver sviscerato il racconto della serata. Adesso la decisione è tutta in mano al pm, il quale dovrà decidere se archiviare o fare richiesta di rinvio a giudizio. I legali dei ragazzi si sono detti "ancora più sicuri dell'innocenza dei propri assistiti", mentre il team legale della giovane ha fatto sapere di voler chiedere l'applicazione di misure cautelari nei confronti degli indagati.

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