DITTA NEI GUAI

Somministrazione illecita di manodopera, sequestrati oltre 6 milioni e mezzo di euro

Nelle indagini risultano coinvolte otto persone fisiche e due imprese. Contestate l'emissione di fatture per operazioni inesistenti

Somministrazione illecita di manodopera, sequestrati oltre 6 milioni e mezzo di euro
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"Un collaudato sistema fraudolento basato sulla stipula di falsi contratti di appalto e subappalto che dissimulavano una vera e propria somministrazione illecita di manodopera, in spregio alla normativa vigente". Questo quanto scovato dai Militari del Comando Provinciale di Pisa i quali hanno dato esecuzione ad un sequestro preventivo per oltre 6.6 milioni di euro nei confronti di 2 società di capitali, di cui una con sede in Provincia di Milano e l’altra con sede a Vecchiano, in provincia di Pisa, nonché nei confronti di quattro soggetti aventi incarichi apicali del soggetto giuridico pisano.

Le indagini

Tali provvedimenti sono stati emessi a conclusione di articolate attività d’indagine che hanno portato alla contestazione di un'emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nelle indagini risultano coinvolte complessivamente otto persone fisiche e due imprese.

Nello specifico, nell’ambito di un’attività amministrativa svolta nei confronti di una società con sede a Vecchiano (PI), operante nel settore del trasporto di merci su strada, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pisa hanno esaminato i contratti di appalto da questa stipulati con un Global Courier internazionale, aventi ad oggetto la fornitura di servizi di distribuzione e facchinaggio. La società pisana, ottenuto l’incarico ha poi subappaltato i predetti servizi ad un ulteriore soggetto economico, in quanto priva di una propria organizzazione di personale e mezzi.

La filiera della manodopera

Ricostruendo la "filiera della manodopera" è stato rilevato, anche alla luce delle dichiarazioni dei lavoratori interessati, che gli oltre 300 rapporti di lavoro con il Global Courier internazionale sono stati schermati dalla società pisana. Quest’ultima, infatti, a sua volta si è avvalsa di una cooperativa, con sede in Pistoia, all’uopo costituita con la prerogativa di assumere solo formalmente il personale già impiegato presso alcune filiali del committente, con le mansioni di trasporto e facchinaggio.

L’attività di indagine ha permesso di dimostrare l’ingerenza del colosso della “grande distribuzione organizzata” sul personale assunto dal sub-appaltatore, non lasciando alcuna discrezionalità gestionale del personale alla cooperativa, la quale aveva il solo compito di curarne la parte amministrativa e la tenuta della contabilità.

All’esito delle investigazioni, è stata ricostruita un’evasione di IVA per oltre 6 milioni e 600 mila euro derivante dall’utilizzo nelle Dichiarazioni fiscali di fatture false. Sono stati sottoposti a sequestro conti correnti, strumenti finanziari e cassette di sicurezza riconducibili agli indagati, nelle province di Pisa, Firenze, Pistoia, Prato, Lucca e Milano.

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