Pisa, tre tirocinanti molestate all'ingresso dell'ospedale Santa Chiara: denunciato per violenza sessuale il responsabile
Le tre giovani hanno già identificato l'uomo. Per lui, al momento, è scattato il divieto di ritorno a Pisa per tre anni
Erano le 6:30 di giovedì 18 gennaio 2024 quando tre tirocinanti sono state molestate da un uomo all'ingresso della clinica di ostetricia dell'ospedale di Santa Chiara di Pisa. Proprio il luogo del fatto desta ancora maggiore preoccupazione. A poche decine di metri da lì infatti, di fronte all'ingresso di psichiatria, la dottoressa Barbara Capovani fu uccisa.
Aggiornamento: denunciato il molestatore
A meno di una settimana dall'accaduto, la polizia ha identificato e denunciato per violenza sessuale il molestatore delle tre tirocinanti prese di mira giovedì scorso di fronte all'entrata della clinica di ostetricia all’ospedale Santa Chiara.
L'uomo è un nigeriano di 35 anni, senza fissa dimora, già denunciato pochi giorni fa per atti osceni in luogo pubblico. Il 35enne aveva mostrato i propri genitali ad una studentessa ai bagni di Nerone. Le forze dell'ordine hanno collegato i due episodi, quest'ultimo avvenuto qualche giorno più tardi, trovano particolari simili nelle due denunce. Le giovani hanno riconosciuto già l'uomo nei quali la Questura di Pisa ha emesso un provvedimento di divieto di ritorno a Pisa per tre anni.
Mancato intervento
Le molestie risalirebbero a tre momenti diversi, come ha raccontato il quotidiano La Nazione. L'uomo di origine straniera, in sella alla sua bici, avrebbe molestato verbalmente le ragazze poi palpeggiando una di loro nelle parti intime. La giovane è riuscita divincolarsi e scappare all'interno della clinica.
Secondo quanto appreso, le ragazze avrebbero allertato il servizio di guardia e sarebbe stata effettuata una richiesta di soccorso alla polizia. Le forze dell'ordine però avrebbero ricevuto la segnalazione senza inviare alcuna pattuglia sul posto. Le tre ragazze, sotto shock, sono state assistite dall'ospedale dopo che aver informato i vertici dell’ateneo e dell’Azienda ospedaliero universitaria.
Problema della poca sicurezza
Il passaggio successivo è stata la denuncia in questura, così da poter avviare una indagine e soprattutto accedere alle immagini delle telecamere di videosorveglianza per rintracciare il responsabile. A preoccupare tutto il personale sanitario, resta la poca sicurezza di un'area dove, come detto in apertura, fu uccisa Barbara Capovani.
L'ateneo è facilmente raggiungibile da chiunque e anche in questo caso nessuno ha fermato il molestatore. Per risolvere il problema della poca sicurezza si chiedono un potenziamento dell'illuminazione e nuove telecamere. Quanto già successo deve servire da lezione per prendere al più presto nuovi provvedimenti. Purtroppo, c'è chi ha già pagato il prezzo più alto.
A rilanciare il problema è stato il segretario provinciale del sindacato degli infermieri Nursind, Daniele Carbocci. "Quello che preoccupa di quanto accaduto è la mancata risposta della vigilanza interna che purtroppo non è una novità, sia al Santa Chiara che a Cisanello. Nonostante le campagne di sensibilizzazione interna, in realtà quando si chiede l’intervento passa sempre troppo tempo prima che arrivi qualcuno, ammesso che arrivi. Sarebbe opportuno almeno un aumento delle unità di guardie giurate, che comporterebbe una freccia in più nell’arco dell’appalto della vigilanza", ha riportato La Nazione.