Parla la mamma di Fabrizio Contiguglia, sestese ucciso la sera di Ferragosto di due anni fa in Sicilia
«Occorre fare giustizia, mio figlio non si sarebbe mai allontanato da me»
Da parte dei genitori di Fabrizio Contiguglia, ucciso ad Ucria, la sera di Ferragosto di quasi due anni fa, continua ad essere forte la richiesta di fare presto giustizia.
Parla la mamma di Fabrizio Contiguglia
Dopo la prima udienza di qualche mese fa, inizialmente rinviata per Covid, venerdì 22 gennaio è ripreso il processo davanti alla Corte d’Assise di Messina e insieme ai vari test citati dall’accusa si è recata a testimoniare anche la mamma di Fabrizio, Benedetta Ricciardi, residente a Sesto Fiorentino dove nel 2019 si tenne l’ultimo saluto a Fabrizio davanti ad una folla di persone. La seconda udienza del processo per il duplice omicidio avvenuto a Ucria, ha visto la presenza di altri inquirenti, un capitano dei carabinieri in servizio in Toscana e il medico legale Elvira Ventura Spagnolo che, a suo tempo, effettuò le autopsie sui cadaveri di Antonino Contiguglia, 62 anni ed il nipote Fabrizio di 27 anni, entrambi colpiti a morte con una pistola dopo una lite innescata sull’utilizzo di un posto auto per disabili. A comparire come test sono stati anche la mamma ed alcuni cugini di Fabrizio. Imputati nel processo per il duplice omicidio risultano Salvatore Russo, 31 anni, accusato di omicidio, tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco, Giovanni Santino Contiguglia, Vittorio e Salvatore Contiguglia, tutti di Ucria, parenti delle due vittime, accusati di violenza privata in concorso. La madre di Fabrizio Contiguglia, è assistita dall’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello. Senza dubbio, purtroppo, fu un ferragosto di sangue e follia, avvenuto in un piccolo paese per una motivazione assurda come l’utilizzo di un parcheggio. «La verità purtroppo – ha aggiunto la madre di Fabrizio – è ancora confusa, essendoci troppe bugie ma ciò che è già venuto fuori è che non è stata una spedizione punitiva, come era stato inizialmente ipotizzato dagli inquirenti, si tratta di una ipotesi già scartata durante la fase delle indagini preliminari. Nessuna spedizione punitiva e nessuna legittima difesa – ha specificato Benedetta Ricciardi – Fabrizio è stato assassinato lucidamente con l’utilizzo di una pistola comprata nel 2017 e non in un estremo tentativo di difesa». Il processo sta proseguendo spedito: «nei giorni scorsi – ha spiegato ancora – mi sono recata a Messina e davanti al presidente Massimiliano Micali ho risposto a tutte le domande che mi sono state poste, in particolar modo riguardanti la famiglia, cosa faceva, dove era cresciuto e chi era Fabrizio. L’udienza, vista la presenza di tanti test, è stata particolarmente lunga, è iniziata intorno alle 12 ed è finita solo alle 18.30. Al termine il presidente Micali ha rinviato le parti al 10 marzo quando saranno esaminati altri test dell’accusa». Come detto, da parte dei genitori, continua ad essere forte la richiesta di fare al più presto giustizia: «io sono serena – ha spiegato la mamma – conoscendo molto bene Fabrizio so che non avrebbe mai fatto nulla che poteva allontanarlo da me. Per questo ho piena fiducia e vivo con particolare attesa ogni udienza del processo. Pur provando un grande dolore ed una viva sofferenza per la scomparsa di Fabrizio mi sento confortata dalla vicinanza dei suoi amici che dopo aver partecipato all’ultimo saluto, continuano a starci vicini, non dimenticando mai di ricordare Fabrizio. Nei giorni dell’omicidio – ha infine commentato – anche io mi trovavo ad Ucria ma Fabrizio non si recava a dormire da me ma si tratteneva nella casa paterna». Le indagini già svolte nei mesi scorsi hanno permesso di ricostruire che Russo aveva avuto una lite con un familiare dei Contiguglia per il temporaneo uso del parcheggio. La sera del 15 agosto 2019, intorno alle 21,vi fu un alterco tra Russo ed i Contiguglia nella quale, secondo l’accusa, il macellaio trentenne di Paternò estrasse la pistola esplodendo i colpi che ferirono mortalmente Antonino ed il nipote Fabrizio e ferendo Salvatore Contiguglia che è riuscito a scampare alla morte pur essendo stato raggiunto da tre proiettili, sottoponendosi a tanti interventi chirurgici che gli hanno consentito di sopravvivere. «Ciò che conta adesso – ha concluso la madre – è accertare la verità e ridare la dignità a mio figlio che da anni abitava a Sesto Fiorentino insieme a me».
Da parte dei genitori di Fabrizio Contiguglia, ucciso ad Ucria, la sera di Ferragosto di quasi due anni fa, continua ad essere forte la richiesta di fare presto giustizia. Dopo la prima udienza di qualche mese fa, inizialmente rinviata per Covid, venerdì 22 gennaio è ripreso il processo davanti alla Corte d’Assise di Messina e insieme ai vari test citati dall’accusa si è recata a testimoniare anche la mamma di Fabrizio, Benedetta Ricciardi, residente a Sesto Fiorentino dove nel 2019 si tenne l’ultimo saluto a Fabrizio davanti ad una folla di persone. La seconda udienza del processo per il duplice omicidio avvenuto a Ucria, ha visto la presenza di altri inquirenti, un capitano dei carabinieri in servizio in Toscana e il medico legale Elvira Ventura Spagnolo che, a suo tempo, effettuò le autopsie sui cadaveri di Antonino Contiguglia, 62 anni ed il nipote Fabrizio di 27 anni, entrambi colpiti a morte con una pistola dopo una lite innescata sull’utilizzo di un posto auto per disabili. A comparire come test sono stati anche la mamma ed alcuni cugini di Fabrizio. Imputati nel processo per il duplice omicidio risultano Salvatore Russo, 31 anni, accusato di omicidio, tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco, Giovanni Santino Contiguglia, Vittorio e Salvatore Contiguglia, tutti di Ucria, parenti delle due vittime, accusati di violenza privata in concorso. La madre di Fabrizio Contiguglia, è assistita dall’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello. Senza dubbio, purtroppo, fu un ferragosto di sangue e follia, avvenuto in un piccolo paese per una motivazione assurda come l’utilizzo di un parcheggio. «La verità purtroppo – ha aggiunto la madre di Fabrizio – è ancora confusa, essendoci troppe bugie ma ciò che è già venuto fuori è che non è stata una spedizione punitiva, come era stato inizialmente ipotizzato dagli inquirenti, si tratta di una ipotesi già scartata durante la fase delle indagini preliminari. Nessuna spedizione punitiva e nessuna legittima difesa – ha specificato Benedetta Ricciardi – Fabrizio è stato assassinato lucidamente con l’utilizzo di una pistola comprata nel 2017 e non in un estremo tentativo di difesa». Il processo sta proseguendo spedito: «nei giorni scorsi – ha spiegato ancora – mi sono recata a Messina e davanti al presidente Massimiliano Micali ho risposto a tutte le domande che mi sono state poste, in particolar modo riguardanti la famiglia, cosa faceva, dove era cresciuto e chi era Fabrizio. L’udienza, vista la presenza di tanti test, è stata particolarmente lunga, è iniziata intorno alle 12 ed è finita solo alle 18.30. Al termine il presidente Micali ha rinviato le parti al 10 marzo quando saranno esaminati altri test dell’accusa». Come detto, da parte dei genitori, continua ad essere forte la richiesta di fare al più presto giustizia: «io sono serena – ha spiegato la mamma – conoscendo molto bene Fabrizio so che non avrebbe mai fatto nulla che poteva allontanarlo da me. Per questo ho piena fiducia e vivo con particolare attesa ogni udienza del processo. Pur provando un grande dolore ed una viva sofferenza per la scomparsa di Fabrizio mi sento confortata dalla vicinanza dei suoi amici che dopo aver partecipato all’ultimo saluto, continuano a starci vicini, non dimenticando mai di ricordare Fabrizio. Nei giorni dell’omicidio – ha infine commentato – anche io mi trovavo ad Ucria ma Fabrizio non si recava a dormire da me ma si tratteneva nella casa paterna». Le indagini già svolte nei mesi scorsi hanno permesso di ricostruire che Russo aveva avuto una lite con un familiare dei Contiguglia per il temporaneo uso del parcheggio. La sera del 15 agosto 2019, intorno alle 21,vi fu un alterco tra Russo ed i Contiguglia nella quale, secondo l’accusa, il macellaio trentenne di Paternò estrasse la pistola esplodendo i colpi che ferirono mortalmente Antonino ed il nipote Fabrizio e ferendo Salvatore Contiguglia che è riuscito a scampare alla morte pur essendo stato raggiunto da tre proiettili, sottoponendosi a tanti interventi chirurgici che gli hanno consentito di sopravvivere. «Ciò che conta adesso – ha concluso la madre – è accertare la verità e ridare la dignità a mio figlio che da anni abitava a Sesto Fiorentino insieme a me».