Proseguono le indagini

Molotov al consolato, il 21enne resta in carcere. Forse ci sono dei complici: nuove perquisizioni

Si difende: "Volevo provocare e non creare un’allarme sociale"

Molotov al consolato, il 21enne resta in carcere. Forse ci sono dei complici: nuove perquisizioni
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Voleva provocare e non creare un’allarme sociale. Si è giustificato così Dani Hakam Taleb Moh’d, 21 anni, arrestato per aver scagliato due molotov contro il Consolato americano a Firenze. Davanti al giudice Antonio Pezzuti, sentito ieri per oltre due ore, ha confermato di aver fatto tutto da solo e che il suo voleva essere solo un atto dimostrativo. Intanto, il giudice ha convalidato il fermo perché persiste il rischio di fuga.

Il 21enne resta in carcere

Come detto, il giudice ha convalidato il fermo e disposto, come chiesto dalla procura, la misura della custodia cautelare in carcere.

"Voleva fare un gesto di natura dimostrativa - ha riferito l'avvocato difensore Samuele Zucchini – e aveva confezionato il video per dare maggiore risonanza al fatto. È pentito e si è scusato".

Il giudice, invece, non ha dubbi, che Hakam "vistosi scoperto, possa decidere di aderire a movimenti islamici radicali, dandosi alla latitanza o addirittura arruolandosi in formazioni paramilitari". A nulla serve anche l'essere incensurato perché "non dimostra automaticamente l’assenza di pericolosità, poiché può essere desunta dai precedenti penali ma anche dai comportamenti".

Non è escluso nemmeno che possano esserci dei complici con il concorso "anche morale di altre persone o di organizzazioni che sicuramente presterebbero al medesimo appoggio e assistenza in caso di latitanza o anche di espatrio", si legge nell'ordinanza del giudice.

Non è escluso che abbia dei complici

Nelle prossime ore verranno fatti degli accertamenti irripetibili sui dispositivi elettronici appartenenti al giovane. Intanto, a dire qualcosa in più è il suo telefono cellulare. Una ventina di minuti prima dell'attentato, infatti, Hakam avrebbe fatto una telefonata. Non è chiaro chi sia la persona a cui ha telefonato il giovane. Ad aggiungere un altro tassello all'indagine è il cellulare da cui è partita la rivendicazione, localizzato per l'ultima volta in Spagna, il 19 gennaio 2024.

Certo è che il 21enne per le forze dell'ordine aveva dei contatti cosiddetti sospetti. Non solo, ma ieri (mercoledì 7 gennaio 2024) è scattata  una perquisizione a carico di un conoscente del ragazzo, che potrebbe aver avuto un ruolo attivo sulla vicenda. Bocche cucite, per, sull'esito.

Chi è Dani Hakam Taleb Moh’d

Le sue origini affondano le radici tra Giordania e Palestina, nato e cresciuto in Italia, Dani lavorava in un hotel cinque stelle di Firenze. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine non frequentava nessuna moschea né tantomeno praticava la religione islamica. Tutti elementi che lo allontanano dall'estremismo islamico, non abbastanza, però, per il giudice che ha convalidato la misura cautelare in carcere.

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