Moby Prince, 33 anni di misteri. Adesso indaga una terza commissione d'inchiesta
In quella sera di primavera morirono in 140 tra passeggeri e equipaggio del Moby. Romano: "Indagate ancora"
Era una limpida sera di primavera quella del 10 aprile 1991, quando nella rada livornese, alle 22.25, il traghetto Moby Prince della Navarma entrò in collisione con l'Agip Abruzzo, petroliera della Snam, a 2,7 miglia dalla costa.
Fu l'inferno: morirono in 140 tra passeggeri e equipaggio del Moby.
Si salvò solo Alessio Bertrand, mozzo del traghetto che partito alle 22 era diretto a Olbia. Tutti salvi sulla nave Agip. E' stata la più grande tragedia della marineria italiana, finora senza colpevoli e con tanti misteri.
33 anni di misteri
Da allora sono passati 33 anni. Anni di lotte, bugie e con troppe ombre sulla verità. Inizialmente la colpa viene data al comandante della Moby Ugo Chessa.
La prua del Moby penetrò la cisterna numero 7 della petroliera: il greggio si riversò sul traghetto che si trasformò in un'immensa torcia con l'innesco delle fiamme, provocato forse dall'attrito delle lamiere. Varie le ipotesi sul perché accadde: nebbia, eccesso di velocità, un'esplosione, un guasto alle apparecchiature di bordo. Tutte ipotesi, appunto.
Di certo i soccorsi arrivarono in ritardo. Il traghetto fu individuato solo alle 23.35. Una 'Ustica del mare' per i familiari delle vittime che dopo decenni di inchieste, processi e verità distorte e demolite continuano a chiedere che il Parlamento indaghi ancora per fare una volta per tutte chiarezza.
Una prima commissione parlamentare lavorò per fare luce sulla tragedia. Le conclusioni, arrivate nel 2018, hanno portato anche alla riapertura delle indagini della procura di Livorno.
Ieri, martedì 9 aprile 2024, invece alla vigilia della tragedia la prima audizione della commissione d’inchiesta parlamentare. La Commissione di inchiesta ha ascoltato Andrea Romano, già presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro. Questa, istituita con l’attuale legislatura, è la terza commissione che indaga sulle cause della tragedia, la più grave della marineria italiana.
Romano, in audizione in Commissione, ha suggerito "di insistere con Eni affinché condivida con il Parlamento le carte sulla posizione della petroliera Agip Abruzzo la sera del disastro. E di insistere con Stati Uniti e Russia per i tracciati satellitari del porto di Livorno e identificare la terza nave che quasi certamente causò la collisione tra il Moby Prince e la petroliera".
Adesso in memoria della strage ci sono due associazioni: Associazione 10 Aprile, e Associazione 140.
Oggi una manifestazione in ricordo delle vittime
In occasione del 33esimo anniversario della strage ci sarà l'iniziativa 'Documenta24_33 anni su tela', promossa dal progetto Documenta dell'associazione Effetto Collateralle. Verrà stesa a terra una striscia di tessuto bianco lunga 33 metri, un metro per ogni anno trascorso dalla strage.
"Manifestare con consapevolezza e determinazione per la memoria delle 140 vittime, per la verità e la giustizia sulla strage - ha detto Attilio Zavatta, ideatore dell'iniziativa e uno dei fondatori del progetto Documenta - è ciò che compiono da 33 anni tanti cittadini, oltre a tanti familiari delle vittime, ed è ciò che rappresenterà quella tela bianca alla fine del corteo dopo che centinaia di persone l'avranno attraversata lasciando la propria orma.
Grazie ad un'azione collettiva diverranno dunque 33 metri contro l'oblio, in una trasposizione materiale dell'idea che anima ogni anno il corteo per la memoria delle 140 vittime del Moby Prince".