Irruzione al Senato accademico: studenti pro Palestina contro Israele

I manifestanti hanno chiesto al Senato accademico lo stop dei rapporti con gli atenei israeliani. Mozione respinta

Irruzione al Senato accademico: studenti pro Palestina contro Israele
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"Fuori la guerra dall'Università". Con questo slogan una ventina di studenti hanno fatto irruzione durante il Senato accademico dell'Università di Siena. Chiara la richiesta: stop alla collaborazione dell'Ateneo senese con le università israeliane. Nel mirino, infatti, degli studenti il bando del Ministero degli affari esteri che sovvenziona progetti di ricerca congiunti tra Italia e Israele.

I senatori eletti tra gli studenti hanno presentato una mozione, chiedendo "una presa di posizione pubblica a fianco del popolo palestinese per il cessate il fuoco immediato e permanente". La mozione però è stata bocciata.

Le telecamere di Italia 7 (gruppo Netweek) durante la manifestazione

 

Dal Senato sono stati soli quattro i voti a favore (due docenti e i due studenti proponenti) che chiedeva anche "il boicottaggio e il disinvestimento delle istituzioni accademiche israeliane e da quei suoi studiosi che manifestano adesione e sostegno materiale e simbolico al sistema coloniale e di apartheid israeliano, essendone così parte integrante e attiva".

"In quanto studenti – ha dichiarato Mattia Pagni, del Comitato Palestina Siena - ci uniamo a quel movimento studentesco che dal 7 ottobre ha iniziato a mobilitarsi a favore della resistenza del popolo palestinese. Le nostre università non devono essere complici di un genocidio, non devono produrre conoscenza per opprimere e sfruttare persone o colonizzare territori.

Chiediamo la rescissione di ogni accordo con gli istituti di ricerca dello stato sionista, che producono tecnologie omicide e promuovono l’apartheid. Fare ricerca con un’istituzione coloniale significa legittimare quel colonialismo, quella violenza, lo spargimento di sangue dei palestinesi".

Come degtto, il dito viene puntato non solo contro i bandi, ma anche verso i progetto che  vanno a finanziare “le aziende produttrici di armi, quali Leonardo S.p.A, e le loro estensioni di propaganda culturale come MedOr”.

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