Il caso

Keu, concluse le indagini: 26 avvisi di garanzia

Il sindaco: "Credevo che la mia posizione fosse già chiarita". Fratelli d'Italia: "necessaria una commissione antimafia"

Keu, concluse le indagini: 26 avvisi di garanzia
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Giovedì 24 novembre, la Procura distrettuale antimafia di Firenze ha chiuso le indagini preliminari, notificando 26 avvisi di conclusione indagini a imprenditori, esponenti politici e dirigenti di enti pubblici a vario titolo coinvolti in quello che è stato definito lo scandalo Keu. All’atto segue la richiesta di rinvio a giudizio e quindi l’apertura del processo.

Tra le persone raggiunte dall’avviso ci sono i vertici del consorzio dei conciatori, funzionari, dirigenti regionali, politici. I fanghi tossici di conceria erano affidati alla ditta Le Rose, i cui titolari, secondo il capo d’imputazione sarebbero legate alle cosche di ‘Ndrangheta dei Grande Aracri e dei Gallace. Ma nell’inchiesta finiscono anche due note aziende aretine che avrebbero conferito i loro veleni proprio ai Le Rose.

Raggiunta dall’avviso di conclusine delle indagini anche il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda, che ha dichiarato: “Mi aspettavo che la mia posizione risultasse chiarita già dal compimento degli accertamenti. Inizia adesso una nuova fase nella quale avrò modo, prima che si giunga al processo, di dimostrare la mia totale estraneità ai fatti e la mia piena innocenza”.

Sulla questione sono intervenuti anche i consiglieri del gruppo di Fratelli d’Italia in Regione Vittorio Fantozzi, Diego Petrucci e Alessandro Capecchi, che hanno dichiarato: “Il principio garantista che è alla base del nostro agire politico, unito alla necessità di conoscere i capi di accusa delle persone rinviate a giudizio, ci impongono di non trarre conclusioni sul piano giudiziario. 

Di sicuro sono emerse presenze improprie e pervasive della criminalità organizzata su un territorio ricco e laborioso come il Comprensorio del Cuoio; sono emerse opacità nei rapporti fra istituzioni, imprese e strutture deputate ai controlli; sono emersi atteggiamenti di sottovalutazione e di superficialità nel valutare fenomeni indubbiamente gravi. 

La magistratura dirà se tutto questo porta con sé e in che misura responsabilità penali, da accertare se possibile con processi rapidi. A nostro avviso occorre appoggiare tutti gli sforzi di rinnovamento della governance dell’imprenditoria conciaria che è stata macchiata dalla vicenda. 

Allo stesso tempo rilanciamo con forza la istituzione di una Commissione permanente Antimafia, ricordando che il giorno prima che deflagrasse lo scandalo Keu, il Pd bocciò la proposta di Fratelli d’Italia di istituire tale Commissione dicendo che la loro parte politica stava già facendo tutto il possibile. Avevamo inoltre proposto di inserire il tema della legalità nella Commissione controllo, in modo da avere ma una verifica più attenta e penetrante nei procedimenti interni. Di fatti la vicenda Keu dimostra che il sistema dei controlli interni non è stato sufficiente. La Giunta Giani ha addirittura prima ritirato e poi modificato il piano anticorruzione della Regione. Ci riserviamo di fare ulteriori valutazioni e richieste in attesa dell'esito della decisione della magistratura sulle richieste di rinvio a giudizio”.

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