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Giro di vite sul caporalato: sospese 11 aziende

Si sono conclusi con la denuncia di 12 imprenditori cinesi i controlli dei carabinieri nelle aziende del settore tessile-manifatturiero di Prato

Giro di vite sul caporalato: sospese 11 aziende
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Si sono conclusi con la denuncia di 12 imprenditori cinesi i controlli dei carabinieri nelle aziende del settore tessile-manifatturiero di Prato.

Giro di vite sul caporalato: sospese 11 aziende

A luglio il personale dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Prato-Pistoia, i militari del Nucleo ispettorato del lavoro di Prato e dell’Arma hanno fatto verifiche in numerose aziende della città e della provincia nell’ambito della campagna Alt caporalato, disposta dall’Ispettorato nazionale del lavoro.

Oggetto delle attività ispettive sono state soprattutto aziende condotte da asiatici: sono state accertate numerose violazioni, soprattutto relative all’impiego in nero, quale manodopera di cittadini extracomunitari clandestini. Sono stati individuati 14 operai tra cinesi, pachistani e bengalesi senza privi di permesso di soggiorno. Alcuni titolari sono stati denunciati o sanzionati per gravi violazioni alle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. In due attività sono stati rinvenuti sistemi di videosorveglianza per controllare gli operai.

Le aziende controllate si trovano a Prato, ma anche a Montemurlo e Carmignano. In seguito alle attività ispettive e alle accertate violazioni, 12 cinesi, titolari di ditte, sono stati denunciati.

Nei confronti di 11 aziende è stata disposta la sospensione. Il valore delle sanzioni supera i centomila euro. Plauso dal deputato Fratelli d’Italia Chiara La Porta: «La regolarità delle operazioni di controllo è una risposta che potrà portare ad una stretta sempre più decisa all’odioso crimine del caporalato».

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