Empoli, morì incinta in ospedale: condannate tre dottoresse
La sentenza di primo grado dopo l'inchiesta della Procura che aveva ipotizzato l'omicidio colposo
Due anni e 4 mesi di reclusione per le tre imputate, tutte dottoresse impiegate nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Empoli (Firenze), accusate di omicidio colposo per non aver valutato in modo corretto le condizioni della paziente, che morì per un'occlusione intestinale non diagnosticata.
Condanna in primo grado
E' la sentenza di primo grado che chiude momentaneamente il caso di Barbara Squillace, la 42enne empolese morta il 19 luglio del 2018 su un letto del nosocomio empolese dopo giorni di sofferenze. La donna era da un mese incinta di due gemelli: per i familiari si trattò di una tragedia da ascrivere a precise colpe mediche. Entrata in ospedale con forti dolori all’addome, e curata per iperemesi gravidica, le condizioni di Barbara si erano aggravate col passare dei giorni, fino a quando il suo cuore aveva smesso di battere.
Diagnosi errata senza le corrette valutazioni
Stando all’inchiesta della pm Ester Nocera le tre dottoresse avrebbero "errato la diagnosi prescrivendo anche una valutazione interna da parte di un nutrizionista e uno psichiatra senza valutare correttamente tutti gli elementi che dovevano indurre il comportamento diligente e prudente di richiedere anche la valutazione di un chirurgo al fine di individuare la causa del malessere".
L'autopsia e le cause della morte
Successivamente fu l'autopsia a chiarire come la causa della morte fosse una occlusione intestinale, insorta con tutta probabilità prima del ricovero: l'incedere sarebbe stato "silente", secondo la procura, per lo stato fisico debilitato e compromesso della paziente a causa della patologia ma anche per "i farmaci sedativi" che stava prendendo.
Le linee guida non seguite
Non solo: secondo la procura i medici avrebbero anche ignorato le ultime linee guida dell'America College of Obstetricians e Gynecologists sulla nausea e vomito durante la gravidanza, in base alle quali la diagnosi di iperemesi gravidica è ad esclusione di altre patologie organiche. Insomma, non avrebbero indagato a fondo: da qui una prima condanna, per omicidio colposo, in attesa degli altri gradi della giustizia.