E' totalmente paralizzata e vuole il suicidio assistito: dopo il rifiuto, diffida la Asl Toscana
La paziente è seguita dall’associazione Coscioni, che aspetta una nuova sentenza della Consulta sui trattamenti di sostegno vitale
Sono 10 le le nuove richieste di accesso alla morte volontaria assistita in Italia presentate alle Asl di competenza. Di queste, 2 in Lombardia, 2 in Friuli e 2 in Veneto e 4 in Toscana, dove una donna di 54 anni ha diffidato una Asl Toscana che le avrebbe negato l’accesso al suicidio assistito. A rendere noto il caso è l’associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per la libertà di scelta sul fine vita.
L'azienda sanitaria si rifà a alla Corte Costituzionale
La donna ha una sclerosi multipla progressiva ed è totalmente paralizzata. L’azienda sanitaria le avrebbe espresso il suo rifiuto sul presupposto che la paziente non è “tenuta in vita da un trattamento di sostegno vitale”. Questa è infatti una delle condizioni fissate dalla Corte Costituzionale nel 2019 perché si possa procedere al suicidio assistito.
Il precedente di Massimiliano, sempre in Toscana
Proprio il Gip di Firenze, sempre su richiesta dell’associazione, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale su questo punto, partendo dal caso di un uomo toscano Massimiliano di 44 anni, che appunto non era dipendente da un trattamento di sostegno vitale e per questo aveva dovuto andare in Svizzera per il suicidio assistito.
Alla donna era stata prescritta la peg, cioè la nutrizione artificiale perché la sua patologia la mette a rischio di sviluppare una polmonite da soffocamento. Lei ha rifiutato il trattamento, considerandolo accanimento terapeutico. Per l'Associazione Luca Coscioni però tutto ciò è paradossale perché ora la paziente è costretta a sottoporsi a un trattamento sanitario che non voleva.
La donna è assistita dall'Avvocata Filomena Gallo
In attesa della pronuncia della Consulta che si pronuncerà tra pochi giorni, Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, a cui la donna si è rivolta dichiara: "Si vuole far passare il messaggio che per poter fruire di un diritto costituzionale occorre sottoporsi ad una tortura, ovvero ad un trattamento sanitario invasivo contro la propria volontà. Ma è sufficiente l’indicazione clinica con la prescrizione della PEG a caratterizzare le circostanze di una situazione equivalente a quelle dell’effettivo posizionamento della stessa".
Marco Cappato e il "sostegno vitale"
Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e presidente dell’Associazione Soccorso Civile, chiosa: "Il requisito del trattato di sostegno vitale per poter ottenere l’aiuto alla morte volontaria determina anche queste situazioni di paradossale e assurda violenza che non fanno altro che amplificare le sofferenze di chi già si trova in condizioni irreversibili o terminali gravissime".