Dopo la morte di Barbara Capovani, si chiede più sicurezza per gli operatori sanitari
Il ministro Schiallaci: "Lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza"
Rimane il dolore e la rabbia dopo la morte di Barbara Capovani, la dottoressa aggredita dal suo ex paziente, Gianluca Paul Seung. Presa a bastonate, mentre si è accasciata per togliere il lucchetto dalla bicicletta.
I colleghi chiedono più sicurezza
«Raccolti in un commosso silenzio piangiamo la morte della dottoressa Capovani - scrive il sindaco di Pisa, Michele Conti - Il dolore e la costernazione della famiglia di Barbara - che abbraccio forte - degli amici, dei colleghi, delle persone che la conoscevano, è anche il lutto dell’intera città di Pisa. Ci chiediamo tutti il perché di una simile tragedia, senza avere le parole per rispondere a questa domanda.Ci saranno modi e tempi per cercare le risposte, che dobbiamo soprattutto a chi paga ingiustamente con la vita la scelta di occuparsi con professionalità e dedizione dei più fragili - ha aggiunto il primo cittadino - Le dobbiamo alla nostra società che, senza perdere l’umanità necessaria, deve poter avere gli strumenti per arginare la pericolosità sociale di certi soggetti».
L'assessore Bezzini al Santa Chiara
«La morte di Barbara Capovani ha scosso tutti: ogni singolo momento del ricovero è stato seguito con la massima attenzione, nella speranza che l’epilogo non fosse quello temuto». Così Simone Bezzini, assessore regionale al Diritto alla salute e sanità, Silvia Briani e Maria Letizia Casani, direttrici generali dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e dell’Azienda Usl Toscana nord ovest.«L’ultimo atto della sua esistenza, la donazione degli organi, dimostra ancora una volta la grandissima umanità che Barbara Capovani ha sempre dimostrato nei confronti dei pazienti e la disponibilità, senza riserve, verso i colleghi».
Il ministro Orazio Schillaci
«La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio». È quanto dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in merito al decesso della psichiatra responsabile dell’unità funzionale Salute mentale adulti e Spdc dell’ospedale Santa Chiara di Pisa.
«La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito- prosegue il ministro- Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario. Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto.
La vicenda della dottoressa Capovani ci lascia tutti attoniti ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini»