Omicidio al Santa Chiara

È morta la dottoressa Barbara Capovani, un dolore immenso

Gli organi della vittima dell'aggressione saranno donati per volontà sua e della famiglia. Gianluca Paul Seung è in stato di fermo

È morta la dottoressa Barbara Capovani, un dolore immenso
Pubblicato:
Aggiornato:

Ha lottato tra la vita e la morte dalla sera di venerdì 21 aprile fino quasi allo scoccare della mezzanotte, tra domenica 23 aprile e lunedì 24, Barbara Capovani (55 anni). 

 

Le sue condizioni erano disperate e tutti noi speravamo di ricevere anche minime incoraggianti notizie fino a quando alle 23.40 di questa sera, domenica 23 aprile, è arrivato il bollettino medico congiunto dell’azienda ospedaliero - universitaria di Pisa e l’Azienda Usl Toscana nord - ovest.  “Sì è conclusa alle 23.40 la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici - si scrive nella nota -. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla dottoressa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato”.

 

Tentato un intervento chirurgico in totale emergenza

Troppo gravi erano le ferite riportate nella violentissima aggressione subita all’uscita dal reparto di Salute Mentale Adulti e SPDC dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. Già nel tardo pomeriggio le possibilità di un’inversione di tendenza erano praticamente svanite e si era fatta presente la volontà della donazione degli organi, ultimo atto di generosità di una donna che ha dedicato tutta la vita a curare gli altri. I medici hanno fatto di tutto per salvare la vita alla collega, compreso un delicatissimo intervento chirurgico. Alla fine purtroppo l’epilogo è quello che nessuno sperava e che ha gettato nel dolore i familiari, l’ex marito e tre figli, i colleghi dai quali era stimatissima, le tante persone che avevano conosciuto questa donna dalla altissima professionalità e una profonda umanità non comune. 

 

Gianluca Paul Seung si poteva fermare?

Gianluca Paul Seung

Una scomparsa ingiusta quella di Barbara Capovani, psichiatra e direttrice del reparto di Salute Mentale del Santa Chiara di Pisa, che ha lasciato tutti sotto choc. Violenta, vigliacca l’aggressione di Gianluca Paul Seung che ha preso a bastonate la donna mentre si è accasciata per togliere il lucchetto dalla bicicletta. Troppo indisturbata la sua azione criminale, forse sottolvalutata la criticità delle condizioni psichiatriche dell’uomo che, oltre a essere stato un paziente di Barbara Capovani, si era già reso protagonista di atti violenti in più occasioni. Tutto troppo, come il dolore che si percepisce forte, inaudito, nei corridoi di quell’ospedale pisano dove la dottoressa aveva fatto una brillante carriera ed era stimata da tutti. Troppo anche la sensazione di paura perché alla luce dei fatti è lecito pensare che potrebbe riaccadere. Troppa la rabbia, perché in quei secondi o minuti, in cui l’aggressore prendeva a sprangate la dottoressa, nessuno si è trovato a passare in quel punto per intervenire. 

 

 

Oggi resta solo la speranza che ci sia giustizia e il colpevole di questo tremendo omicidio paghi per la sua azione. Al momento Gianluca Paul Seung si trova in stato di fermo e individuato grazie alle riprese delle telecamere ambientali come riportato da Prima Firenze) dopo essere stato trovato in casa dove si era barricato. All’arrivo dei poliziotti l’uomo ha reagito utilizzando uno spray urticante prima di essere definitivamente immobilizzato. Nella sua casa i poliziotti hanno trovato una balestra con alcuni dardi e sequestrato indumenti ed oggetti tra cui un telefono cellulare e un computer.

Sulla tragica morte di Barbara Capovani è intervenuto anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “Tutti abbiamo pregato e sperato che la Dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti. Ma la Dottoressa Capovani era anche una moglie e una mamma, ci stringiamo in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite. Un abbraccio anche ai suoi colleghi e amici. A questo punto non ci resta che augurare buon lavoro alla magistratura perché possa essere assicurato alla giustizia l’infame assassino”. 

Seguici sui nostri canali