Denis Verdini torna ai domiciliari. "Motivi di salute"
La decisione del tribunale di sorveglianza su istanza dei difensori dell'ex parlamentare
Denis Verdini lascia di nuovo il carcere. Il tribunale di sorveglianza ha concesso all’ex parlamentare di Forza Italia la detenzione domiciliare per un periodo di 7 mesi, ravvisando – sulla base delle valutazioni di un perito - condizioni di salute incompatibili con la galera. Verdini, che alcune settimane fa era stato trasferito dal penitenziario fiorentino di Sollicciano al centro clinico del carcere di Pisa, può dunque tornare nella sua villa sulle colline di Firenze fino alla fine dell’anno.
L'ex parlamentare era già stato a Rebibbia
Condannato in via definitiva a 6 anni e mezzo per il crac del credito cooperativo fiorentino (nel novembre del 2021) e rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia, dopo poche settimane era tornato a casa per un focolaio di Covid nel penitenziario.
Quei domiciliari poco "restrittivi"
Una volta tornato nella sua villa sui colli fiorentini aveva ottenuto un consistente allentamento delle prescrizioni: poteva ad esempio usare il cellulare perché le dimensioni della sua dimora gli impedivano di raggiungere in tempo il citofono in occasione dei controlli. Il tribunale di sorveglianza di Firenze gli aveva anche concesso di spostarsi a Roma – e di dormire a casa del figlio - il martedì e il mercoledì di ogni settimana, per un ciclo di cure odontoiatriche. Una serie di permessi sfruttati però per riallacciare rapporti (anche con conversazioni telefoniche non autorizzate), almeno secondo le indagini della procura di Roma sulle commesse Anas in cui è coinvolto con il figlio Tommaso.
Il 26 ottobre 2021 il primo degli incontri sotto i riflettori, nel ristorante Pastation di proprietà dello stesso Tommaso Verdini. Erano presenti l’allora ad di Anas Massimo Simonini e l’imprenditore Vito Bonsignore. Poi altre due cene, a novembre e gennaio, sempre con una compagnia “eccellente”: in un caso c'era anche il leghista Federico Freni, sottosegretario all’Economia, che però non è coinvolto nell’inchiesta.
L'accusa di evasione
Da qui l’accusa di evasione e la trasmissione degli atti a Firenze. “Gli atti di indagine documentano una vita sociale e di relazione impegnativa comportante uscite notturne, incontri con imprenditori, politici e pubblici funzionari”, si leggeva nell’ordinanza del tribunale di sorveglianza di revoca del provvedimento. Ma non solo. “La reiterata violazione delle prescrizioni, anche successive alla data dell’udienza (marzo 2022) in cui si discuteva della proposta di revoca per una condotta ben meno grave di quella oggetto di odierna valutazione, rende inidonea la misura domiciliare”.
I rapporti con Salvini, compagno della figlia Francesca
Un riferimento, quest’ultimo, alla mail inviata a Fedele Confalonieri e Marcello Dell’Utri, nel gennaio 2022, in cui Verdini suggeriva, in caso di insuccesso del Cavaliere nella corsa a presidente della Repubblica, di dare "pieni poteri" a Matteo Salvini (compagno della figlia) Francesca per trovare un altro candidato. Nel motivare la decisione, infine, il tribunale si era soffermato sulle altre due condanne definitive (una a 5 anni e 6 mesi per il crac della Ste, la società che editava il Giornale della Toscana, l’altra a 3 anni e 10 mesi per il dissesto di una impresa edile) inanellate dall’ex politico toscano negli ultimi anni, così come sulla vicenda Anas.