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Carlotta: la ricercatrice sestese che conquista l'Austalia con il suo programma sul covd-19

Carlotta: la ricercatrice sestese che conquista l'Austalia con il suo programma sul covd-19
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E’ nata a Sesto Fiorentino la ricercatrice Carlotta Petti e poi come tanti giovani è dovuta andare all’estero per poter trovare un posto adatto alle sue ricerche e siamo felici di dire che il progetto della nostra concittadina è stato scelto per aiutare  a combattere  il Covid -19.

Carlotta: la ricercatrice sestese che conquista l'Austalia

Come sestesi ci sentiamo orgogliosi della sua professionalità e del suo lavoro, specialmente in un momento così difficile, quando un vaccino o un nuovo medicinale può davvero fare la differenza. Per conoscere meglio la nostra  ricercatrice diciamo che Carlotta è biologa nutrizionista, e ha il dottorato internazionale in Genetica. Ha fatto ricerche sul cancro in particolare sul Melanoma all’Istituto Tumori di Milano per vari anni. E’ stata in seguito contattata da vari istituti di ricerca, fra i quali il National Institute of Health negli Stati Uniti. Carlotta Petti ha valutato attentamente a suo tempo le varie proposte in base alla sua vita personale e professionale ed ha deciso di trasferirsi in Australia dove ha continuato a fare ricerca presso vari istituti, prima  a Sidney e poi a Perth.

A Melbourne

Attualmente dopo aver conseguito ulteriori specializzazioni in Salute Pubblica e Nutrizione presso università australiane, svolge la sua attività a Melbourne dove dirige il settore di Nutrigenomica presso la company myDna:

  «Da Direttore Scientifico di Nutrigenomica nella company Australiana chiamata myDna – ha spiegato la dottoressa Petti -  la mia iniziativa per contribuire alla ricerca su Covid -19 consiste in un progetto atto a investigare perché alcuni individui esibiscono segni e sintomi più seri del Covid -19 rispetto ad altri. La nostra ipotesi è che questo dipenda dalle differenze nel codice genetico. Questo progetto prevede la partecipazione dell’Australia in un’iniziativa globale (Host Genetics Initiative for Covid -19) a cui noi contribuiremo con lo studio di campioni di Dna Australiani e, successivamente, dagli Stati Uniti. Il progetto è collegato ai pazienti dell’Ascot trial, un clinical trial portato avanti nei maggiori ospedali australiani che testa  safety ed efficacia di trattamenti per Covid -19 come lopinavir e hydroxychloroquine. Dal Dna di questi pazienti testeremo alcuni geni cruciali per il metabolismo di queste medicazioni per permettere di trovare la dose adatta ad ogni paziente per ridurre I rischi di effetti collaterali pericolosi e assicurare l’efficacia. Sugli stessi campioni andremo a guardare I geni principali coinvolti nella risposta dell’organismo a infezioni virali e grazie ad un approccio di sequenziamento dell’intero esosoma (una tecnica sofisticata che permette di identificare nuovi loci nel Dna) potremo identificare nuovi geni candidati specifici per il nuovo corona virus. Arrivare a capire meglio le predisposizioni genetica e biologica a Covid -19 e i meccanismi molecolari che portano alla malattia contribuirà a migliorare la gestione di questa pandemia e le opzioni terapeutiche».

Il chiarimento  di Carlotta Petti sul suo importantissimo lavoro era davvero necessario e anche se ‘spaventati’ dalle tante parole scientifiche che non possiamo capire, abbiamo compreso che la nostra concittadina sta lavorando per noi e quindi grazie Carlotta  a nome di tutti.

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