Non un caso isolato

Aggredito e bullizzato perché è gay: la rabbia di una mamma

Ha affidato il suo racconto alla propria pagina Facebook spiegando nei dettagli l'episodio di violenza. E' successo a Grassina, frazione di Bagno a Ripoli

Aggredito e bullizzato perché è gay: la rabbia di una mamma
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E' stato bullizzato, preso in giro e deriso solo perché è gay. Non siamo in chissà quale periferia, ma nel comune di Bagno a Ripoli, a 12 chilometri da Firenze. A raccontare l'accaduto è la rabbia di una mamma, Cristiana, che con un post sulle pagine social ha descritto tutto il suo dolore e quello del figlio.

«È possibile che mio figlio e una sua amica non possano camminare per Grassina (frazione di Bagno a Ripoli, ndr) e essere bullizzati (più che altro mio figlio gay) da un gruppo di cinque poppanti che gli hanno tirato una bottiglia di birra!». E' lunedì sera (5 settembre 2023).

Il racconto

Per ricostruire quanto accaduto ha affidato le sue parole a Facebook. Un lungo e accorato racconto che si mischia alla fragilità di un ragazzo appena 18enne e che sa di discriminazione.

«È successo all’Acli e chiederò se ci sono telecamere. Il bullismo omotransfobico — scrive — è una specifica forma di discriminazione e/o violenza che consiste in azioni deliberate da parte di uno o più individui finalizzate a denigrare una persona per la sua reale o presunta identità di genere orientamento sessuale o espressione di genere».

Immotivate e senza senso le offese. Parole che feriscono, come ha sottolineato la stessa donna nel suo sfogo.

«Spero di sapere chi sono e guardare in faccia i loro genitori. Posso fare querela e di conseguenza verrà decisa una punizione».

Solidarietà da parte del sindaco Francesco Casini

«La vera Bagno a Ripoli non è quella andata in scena ieri sera (lunedì 5 settembre 2023, ndr», ha detto il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini.

E poi ancora: «Episodi simili non possono restare impuniti, non rispecchiano il vero volto della nostra comunità sempre in prima linea per rivendicare i diritti di tutti i suoi cittadini e delle sue cittadine per contrastare ogni forma di discriminazione, a partire da un lavoro incessante nelle scuole. Purtroppo il nostro Paese è ancora in attesa di una legge contro l’omofobia. Un ritardo che deve essere colmato al più presto. Perché i vuoti normativi sono come l’ignoranza: generano mostri».

Parole di condanna anche dal circolo Acli

«Siamo pronti a collaborare con le autorità e se richiesti metteremo a disposizione le immagini del nostro impianto di videosorveglianza - ha aggiunto il presidente del circolo, Giovanni Baldi - Ci riconosciamo pienamente nelle parole del sindaco e siamo disponibili all'incontro auspicato con altre associazione sul tema delll'omotransibifobia, sperando sia anche occasione per un dibattito magari con le forze dell'ordine e operatori di strada sul disagio giovanile che anche nel nostro comune comincia ad essere preoccupante».

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