Addio a Luca e Francesca Faggi: hanno sempre marciato avendo l’amore come unico fine
Una folla di persone oggi pomeriggio ha partecipato al funerale di Luca e Francesca Faggi, deceduti la settimana scorsa durante l’incendio che ha avvolto la loro abitazione
Una folla di persone oggi pomeriggio ha partecipato al funerale di Luca e Francesca Faggi, deceduti la settimana scorsa durante l’incendio che ha avvolto la loro abitazione di via della Sassaiola a Sesto Fiorentino.
Hanno sempre marciato avendo l’amore come unico fine
Un dramma ed una tragedia che ha lasciato una profonda ferita in tutta la comunità di Sesto Fiorentino.
Oggi in tantissimi hanno partecipato al funerale, per dare l’ultimo saluto a Francesca Faggi, 51 anni e il nipote Luca Faggi, 25 anni, studente di ingegneria e da sempre appassionato di scout.
Entrambi erano molto conosciuti in città e nella vicina parrocchia di Quinto.
Un dolore profondo, fortissimo, che ha trafitto il cuore di un’intera comunità. Come è stato evidente oggi pomeriggio durante il funerale con i tanti abbracci, gli occhi gonfi e le lacrime sul viso di molti.
“Un sorriso, uno sguardo, un progetto, una mano tesa, una idea, una parola di conforto, un esempio: sono stati questi i doni offerti da Luca durante la sua vita - ha ricordato un amico che ha condiviso con lui l’esperienza degli scout - è stato un formidale sostegno per tutti i compagni di strada e le loro famiglie.
Insieme abbiamo condiviso le gioie e le fatiche di educare, sapeva entrare in relazione con chiunque, amava i momenti di silenzio e di festa.
Amava i ragazzi ed il servizio”.
In tanti hanno ricordato la profonda amicizia che hanno condiviso con Luca che era come un secondo fratello, una persona capace di mettersi in ascolto, senza mai prevaricare, un giovane dal volto umile.
Perché Luca era così: era il primo tra gli ultimi, andava a passo più lento, garantendo una presenza fissa e sincera. C’era sempre per chi aveva bisogno di superare un ostacolo, era un giovane dal cuore buono.
“Non ti abbiamo mai visto rassegnato o aspettare immobile - hanno detto gli amici all’altare - ti sei sporcato le mani con generosità e cura, non hai mai marciato in avanti senza un fine perché il tuo fine, in fondo, era l’amore.
C’eri sempre, con il tuo protagonismo autentico, fatto di azioni verso il prossimo, hai incarnato la vera essenza del servizio, attento, sempre disponibile, fatto di timidezza ed azioni”.
Luca era una persona gentile e simpatica, una presenza mai scomoda per nessuno, mai invasivo ma determinante.
Nel ricordare Luca nessuno si è dimenticato di omaggiare anche Francesca, il suo amore per il pianoforte e la presenza in parrocchia. La famiglia Faggi non ha mai mancato di sostenere la parrocchia di Quinto, dai vetri alle nuove campane per il campanile come fatto anche recentemente.
Le parole di don Daniele
“Affettiamoci a donare la nostra vita - ha detto il parrocco durante l’omelia - il tempo investito male non ci sarà mai restituito. Per questo non dobbiamo aspettare e dobbiamo metterci a servizio degli altri, per dare e regalare, a chi ha bisogno, il nostro profumo, il nostro colore e la nostra bellezza.
Ciascuno di noi può avere una vita bella e donata, perché la morte che non chiude mai ma apre sempre”.
Frasi che hanno fatto vibrare le coscienze di tutti. Perché spesso si dimentica, ma poi basta un attimo per ricordarselo: l’amore è paziente e benigno. L’amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. E per questo non avrà mai fine.
Il ricordo della mamma
“I figli sono come aquiloni - ha detto tra le lacrime la mamma di Luca - prima vanno guidati e poi vanno lasciati liberi di volare in alto.
Sono orgogliosa di Luca e di tutti i suoi amici perché ognuno di loro ha dato tanto a mio figlio. Luca non ha perso nulla nella vita, nessun frammento di bontà e bellezza, nessun sacrifico, nessuna lacrima.È da oggi sarà sempre con noi”.
Come è stato ricordato da un sacerdote poco prima della fine del funerale, oggi la vera sfida non sarà per Luca e Francesca, che brillano già nel cielo azzurro del Paradiso, ma per chi li amava e per tutti coloro che dovranno continuare a vivere con il cuore ferito.
E chissà, se davvero, come cantato durante le esequie, ci sarà una voce che ci chiamerà, per mostrarci un altro mare nel quale gettare le nostre reti. Quelle reti vuote e squarciate dal dolore che oggi ci appare senza fine.
Francesco Amistà