Montemurlo tifa Gioacchino ai "quattro ristoranti" di Borghese

Montemurlo tifa Gioacchino ai "quattro ristoranti" di Borghese
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Esattamente un anno fa è andata in onda la puntata di "Quattro Ristoranti" in cui ha partecipato anche un ristoratore di Monaco di Baviera che ha molti parenti a Montemurlo. La sua intervista era uscita su BISENZIOSETTE del 9 febbraio scorso.

Montemurlo tifa Gioacchino ai "quattro ristoranti" di Borghese

I suoi parenti di Montemurlo sicuramente lunedì saranno davanti alla televisione a fare il tifo per lui.
Gioacchino Castronovo ha 40 anni ed è andato a vivere a Monaco di Baviera appena dopo diplomato.

«Ho preso il diploma in geometra - spiega - e volevo fare architettura. Però per motivi economici bisognava che andassi a lavorare. Per anni avevo fato il lavapiatti in Italia nelle stagioni estive in Sicilia. Una volta arrivato a Monaco è stato preso sì come lavapiatti inizialmente poi passato a barista e infine a cameriere in un noto ristorante del posto.

«Quando sono arrivato io a Monaco gli italiani che erano là per lo più erano del nord. Anche il proprietario del ristorante per cui lavoravo io era di Valdobbiadene. E’ stato lì che ho conosciuto quello che poi è diventato mio suocero».

Gioacchino, parente di Lidia e Angelo, Filomena, Maria e Liberata Anzalone che da molti anni vivono a Montemurlo, ha un carattere molto espansivo. Tutti i suoi cugini di Montemurlo sono stati a trovarlo a Monaco e hanno mangiato nel ristorante che il 12 febbraio 2018 è stato presentato alla trasmissione «Quattro ristoranti» di Alessandro Borghese.

«L’inizio non è stato facile - continua il racconto Gioacchino - Non conoscevo la lingua e non avevo amici. Infatti dopo poco volevo tornare a casa. Il mio titolare mi disse che secondo lui sarebbe stato un vero peccato se avessi gettato la spugna. Mi dette due settimane di ferie e mi fece tornare a casa. Mi disse: “Vai giù qualche giorno e poi decidi. Se torni io sono contento. Così feci. Tornai a casa ma vidi che i miei amici erano tutti impegnati a fare altro, o a lavorare o a studiare. Così mi rimboccai le maniche e tornai a Monaco».

La decisione migliore che Gioacchino potesse prendere.

«Ho fatto un corso di 50 ore di tedesco e studiato i libri di alberghiera. Quando passai a cameriere in effetti la mia vita è molto migliorata. A quei tempi a fare il cameriere a Monaco si guadagnava bene. Mi comprai la macchina e la casa. Poi un mio collega di allora decise di comprare un piccolo ristorante, si chiamava Vivadi, aveva 25 posti. Poco dopo mi chiamò chiedendomi se volevo andare a lavorare lì e io accettai. Feci il cameriere per due anni e mezzo lì e poi comprai il 50% di quel locale e diventammo soci».

E’ stato l’inizio della vita imprenditoriale di Goacchino.

«Dopo poco ci è stata data la possibilità di allargarlo a 55 posti. Avevo 24 ani all’epoca e già otto dipendenti, a 27 ero già passato a 15 dipendenti».

E’ stato solo l’inizio perché poi Gioacchino ha rilevato anche il ristorante della sua concorrenza prima e negli ultimi anni hanno avuto l’opportunità di inserirsi anche nel mondo della ristorazione alberghiera.

«Il primo fu un ristorante a chiederci se volevamo prendere in carico le colazioni».

Adesso Gioacchino e i suoi due soci hanno tre ristoranti: Vivadi Ottantanove (che è quello che si sfiderà con altri tre ristoranti di Monaco per la cucina tipica italiana nella trasmissione si Sky lunedì sera), una steak house e «Cucine italiane».
I tre soci, Gioacchino, Franco Curabba e Ruggero Azzie, hanno 33 dipendenti e la loro cucina, già molto conosciuta e apprezzata, lo sarà ancora di più dagli italiani turisti a Monaco dopo la puntata di «Quattro ristoranti» che andrà in onda lunedì (il 12 febbraio 2018, ndr).

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