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L'appello di Apit a Giani ed ai politici toscani

L'appello al governatore della Toscana

L'appello di Apit a Giani ed ai politici toscani
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L'Apit (Associazione partite Iva del Territorio) si schiera a difesa degli stipendi degli tailiani

L'appello del presidente Massimo Gervasi: “sindaci e consiglieri si impegnino per portare all'attenzione del governo il ripristino della “scala mobile” contro l'inflazione

Un'iniziativa che parta dalla politica locale e che arrivi sino a Roma, per chiedere al governo la reintroduzione del meccanismo della “scala mobile” o in alternativa l'introduzione di un “salario minimo” (a determinate condizioni) per tutelare imprenditori e lavoratori dall'aumento del costo della vita diventato sempre più evidente nell'ultimo triennio. Questo l'appello lanciato anche al governatore Eugenio Giani, sindaco Dario Nardella, e a tutto il mondo politico ed istituzionale fiorentino da Massimo Gervasi, presidente dell'Associazione Partite Iva sul Territorio. Un percorso “dal basso” che possa partire dalle realtà comunali di tutta Italia ed arrivare in Parlamento, raccogliendo le due istanze che riguardano tutti i contribuenti. “Gli stipendi italiani sono bassi in termini assoluti e ultimamente sono addirittura in diminuzione: lo confermano i dati Inps riguardanti il lavoro dipendente – ha premesso - il salario medio non adeguato al caro-vita non deriva solo da paghe oraria basse, ma anche da un numero di ore insufficienti per il gran numero di contratti part-time e a tempo determinato. Inoltre, occorre anche considerare che non ci sono più meccanismi di recupero legati all'inflazione o di scatti di anzianità realmente funzionanti”. Da qui la duplice proposta dell'Apit, sulla base di quanto suggerito dall'Europa. “Il Consiglio e il Parlamento europeo ribadiscono il concetto del “salario minimo”. La cifra concordata di tale salario dovrà essere aggiornata almeno ogni due anni, e fino a quattro per chi prevede già un'indicizzazione automatica all'inflazione. Non solo, si parla di “Automatic indexation” che in Italia coincideva con la “scala mobile” abolita nel 1982 – ha proseguito Gervasi - che dovrà essere applicata come meccanismo automatico per la salvaguardia dei redditi nei confronti dell’inflazione”. L'ultima parola spetta ovviamente al Parlamento, ma una prima spinta può e deve arrivare dai territori. Per questo, Apit auspica la presentazione e l'approvazione di una mozione (o di un ordine del giorno) in consiglio comunale o in consiglio regionale volto a conferire agli amministratori locali e regionali l'impegno a perorare la causa, per tentare di far sì che possa approdare a Montecitorio. “La scala mobile prevedeva un meccanismo di indicizzazione automatica dei salari in funzione degli aumenti dei prezzi di determinate merci. Ripristinarla sarebbe fondamentale per il futuro, perchè rappresenterebbe una vera boccata d'ossigeno per tutti professionisti, dipendenti e famiglie già messi a dura prova dalla crisi economica – ha chiosato Gervasi - anche il salario minimo potrebbe essere una buona soluzione, a patto che chi lavora venga davvero tutelato. Vogliamo quindi lanciare un appello a tutte le forze politiche e alle istituzioni coinvolte”.

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