Adesca ragazzine su Facebook con la scusa delle ripetizioni

La testimonianza di una ragazza che ci era cascata.

Adesca ragazzine su Facebook con la scusa delle ripetizioni
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La notizia era uscita su Bisenziosette esattamente un anno fa e aveva girato per la Piana fiorentina.

Adesca ragazzine su Facebook

Annunci sui gruppi Facebook di tutta la Piana, ma anche di diversi quartieri di Firenze dove si promuovono ripetizioni gratuite o a costi irrisori. Annunci che vanno avanti da anni e spesso scritti in un italiano incerto che lascia perplessi. Altre volte il servizio è promosso come lezioni private dalle scuole primarie sino all’università – davvero un ampio spettro di competenze – passando persino per il conservatorio e, per non farsi mancare proprio nulla, anche baby sitting e dog sitting. Un servizio a soli 10 euro l’ora, di un non meglio specificato gruppo di «Insegnanti di vari ordini di scuola, studenti universitari, laureati».
Lo stesso utente, talvolta, preso da una grande sete di sapere su questi gruppi cerca «persone che abbiano voglia di studiare e approfondire materie e argomenti con me. Se siete interessati a questa iniziativa culturale, contattatemi».
Un annuncio messo peraltro una volta da una persona, una volta da un'altra. Alle volte persino da quello che sembra il profilo di qualche avvenente ragazza, con tanto immancabile foto in costume nel profilo e nessun altra foto di lei stessa. Quello, che per chi conosce un po’ il mondo di Facebook, è praticamente sinonimo di fake.

Chi c'è dietro a questo profilo falso

Ma dietro a tanti utenti c’è sempre e solo una regia: quella di M.B., 34, anni. Che invero con lo studio universitario e tantomeno con le lauree ha a che fare: dalle nostre ricerche è risultato infatti avere solo un diploma di istituto tecnico. Sicuramente non ha le competenze per dare ripetizioni di fisica o latino, come per esempio offre.
In realtà quella delle ripetizioni pare essere piuttosto una copertura per entrare in contatto con ragazzine delle scuole superiori.
Così c’è chi si è visto creare un castello del terrore nella propria adolescenza. E oggi trova il coraggio e la forza di parlarne. Come Marina (il nome è di fantasia per tutelarne la privacy) oggi donna ventenne, all’epoca dei fatti ragazzina quattordicenne.

La testimonianza

«Ero in seconda superiore, avevo bisogno di ripetizioni di chimica e di fisica e avevo visto questo annuncio di ripetizioni su Facebook. Ho deciso di contattare la ragazza che aveva messo gli annunci, che mi ha chiesto le foto del libro di chimica e fisica. Mi ha dato appuntamento il giorno dopo alla biblioteca Oblate, in centro a Firenze, ma quando sono arrivata a presentarmi ho visto che c’era M.B. e non la ragazza che pensavo di avere contattato. Facciamo una breve chiacchierata che non c’entra nulla con la materia. Dopo un mesetto mi trova un ragazzo che mi dà ripetizioni inizialmente gratuitamente, poi voleva dei soldi. Così voleva venire a casa a darmi ripetizioni lui stesso e lo faccio venire; lui si è messo a far finta di spiegarmi gli esercizi, ma non ci capiva nulla. Tant’è a un certo punto ha detto: “Chiamo una mia amica…” , la quale mi ha spiegato l’esercizio per telefono. Prima di andare via mi ha chiesto pure 15 euro… »
La cosa sembrava finita lì, un millantato credito, dove il soggetto avesse finto di avere competenze che non aveva. Ma con l’approssimarsi delle festività una scure ben più imponente è piombata sull’adolescente: «Durante le vacanze di Pasqua mi arrivò un messaggio dove mi chiedeva le coccole. Ha cominciato a scrivermi tutti i giorni. Quando ho visto che ha cominciato a chiedermi con insistenza queste coccole e a essere così attaccato ho deciso di non rispondere più. Mi scriveva “Ti piacciono le coccole?”, “Ma che coccole ti piacciono? A me le carezze e i baci”, “Se fossi qui non so che ti farei”».
Ma il profilo dell’adescatore si è fatto sempre più insidioso, fino a diventare un vero e proprio incubo per la ragazzina: «Visto che io non gli rispondevo, ha dato il mio numero a due o tre ragazzi del suo gruppo che a loro volta hanno cominciato a contattarmi».
Tutto sembra finalmente acquietarsi, ma prepotentemente ritorna alla carica, e la sua figura prende contorni sempre più inquietanti: «Un giorno l‘ho incontrato per strada con una signora, di oltre 40 anni, dall’aspetto e dall’igiene veramente poco curata. Trasandata, capelli sporchi, odore sgradevole che si sentiva a distanza. Avrei detto, incontrandola, che si trattava di una clochard. Lui mi ha preso per un braccio e mi ha saluta, mi ha presentato questa signora e mi ha detto che era la sua ragazza. Speravo fosse finita lì. Il giorno dopo è tornato alla carica: mi ha riscritto e mi ha chiesto di andare con loro alle Cascine a prendere il sole “che ci mettiamo in costume”. Un’offerta che ovviamente declinai…».

Altre ragazzine

In seguito insorgono altre vicende che hanno fatto pensare a Marina di non essere stata la sola ad essere stata adescata da M. «Pochi mesi dopo mi ha riscritto e mi ha detto che si è lasciato con questa. Dopo un mese lo vidi nuovamente a giro, mano nella mano con una ragazzina di 13 anni al massimo. Mi è capitato di vederlo con altre ragazzine di quell’età, anche in atteggiamenti equivoci».
È allarmante inoltre tutta la struttura che si è costruito negli anni, che fanno pensare a un effettivo professionista dell’approccio in rete: «Ha vari profili Facebook, alcuni con il suo nome, altri con nomi falsi, molti persino finti profili di ragazzine. Ho scoperto che quella ragazzina che aveva postato quell’annuncio iniziale non esiste, è un suo profilo falso. Adesso si è creato un nuovo profilo con il quale mi ha inviato una richiesta di amicizia. Ha inoltre moltissimi numeri di telefono. Scrive su tutti i gruppi Facebook di Firenze e provincia e su tutti i gruppi Facebook delle scuole fingendo di voler dare ripetizioni gratis. Una grande numero di gruppi Facebook sono creati o gestiti proprio da lui stesso. Con me non si fa sentire da ormai quattro anni per fortuna, ma gli annunci si vedono sempre».
Marina, all’epoca dei fatti appena adolescente, aveva paura ad aprirsi, a raccontare. Una paura di cui oggi si pente. Una situazione così grande, troppo più grande di lei, ancora così piccola. Non sapeva come reagire alle avance di quell’uomo grande, strano. Temeva di poter essere lei ad aver sbagliato. E più andava avanti la vicenda, più diventava difficile poter spiegare: «Io mi chiedevo cosa volesse questo. Ero infastidita. Ma avevo paura a dirlo ai miei. Avevo paura che si arrabbiassero. Temevo che, dopo una cosa del genere, non mi avrebbero uscire più di casa, per proteggermi da lui. L’avevo detto a un mo amico, che mi aveva detto di denunciarlo, ma non ho avuto il coraggio. A 14-15 anni, uno non si rende nemmeno conto della gravità di certe situazioni. Lui trova ragazzine con questo sistema… e pare che punti proprio a quelle più fragili».

L'orco da cui fuggire

Così diventa un vero incubo. Un orco da cui fuggire, ma da cui non ti senti mai al sicuro. Una ferita aperta di cui ancora Marina porta i segni: «Da allora non sono mai più uscita di casa da sola, avevo paura di incontrarlo. Quando lo racconto ancora oggi al mio ragazzo, sento di non aver vissuto a pieno l’adolescenza anche per colpa di questa esperienza. Tornassi indietro all’età di 14 anni (ne ho 20) lo denuncerei. Ora è passato troppo tempo, non mi dà più noia, non mi fa più paura. Ma se qualche altra ragazzina dovesse caderci nuovamente, oggi che quegli annunci si vedono ancora, non deve avere paura a denunciarlo».

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