Morto in parapendio a Vecchiano (Pisa): malore o problema con l'attrezzatura?
Le prime risposte dall'autopsia: il 52enne deceduto era molto esperto di voli
Sarebbe un modello molto sensibile ai cambiamenti del vento, finendo per chiudersi e diventando quella che in gergo viene definita una cravatta. il parapendio con cui volava Alfredo Betti, il 52enne di Montespertoli (Firenze) morto venerdì 5 luglio per le ferite riportare in una caduta in un terreno agricolo di Vecchiano (Pisa).
Malore o problema all'attrezzatura?
È una delle ipotesi a cui sta lavorando la squadra mobile della questura di Pisa dopo i rilievi effettuati dalla polizia scientifica nel campo dove Betti è stato trovato già privo di vita dalla fidanzata. L’attrezzatura con cui è partito da un versante del monte del Legnaio, non molto distante dal punto in cui è precipitato, viene utilizzata proprio da chi è particolarmente esperto. Come Betti appunto, molto conosciuto in Toscana nel settore. L’autopsia che sarà svolta all’Istituto di medicina legale dell’ospedale Santa Chiara di Pisa chiarirà comunque si è trattato di un malore, la prima ipotesi fatta dagli investigatori.
La rotta e l'altezza al momento della caduta
Il fascicolo aperto dalla Procura prevede anche la nomina di periti che analizzeranno l’attrezzatura sequestrata dal commissariato. Per capire se c’è stato un malfunzionamento, una rottura o se siamo di fronte a un caso di cattiva manutenzione, il parapendio sarà quindi esaminato a fondo. Con il sistema di tracciamento della rotta, che indicherà il percorso effettuato ma anche l’altezza da cui è precipitato Alfredo Betti schiantandosi a terra.
Le ricerche attivate dalla fidanzata
Secondo la ricostruzione, sono stati i genitori dell'uomo ad avvisare la fidanzata che qualcosa non andava. Avrebbero dovuto ricevere una sua telefonata, una volta concluso il giro nei cieli tra la provincia di Pisa e quella di Lucca. Un volo cominciato alle 14 circa che avrebbe dovuto finire alle 16. Ma ogni comunicazione si è interrotta. A quel punto è stata avvisata la donna che ha cercato di rintracciarlo tramite un “tag”, un sistema di localizzazione Gps che solitamente si utilizza per trovare chiavi smarrite o automobili dimenticate.
Il corpo individuato dall'alto
Betti ne aveva uno nel portafoglio ma le informazioni fornite non erano abbastanza dettagliate. Per questo le ricerche che ha iniziato insieme ad alcuni amici istruttori di volo della zona, per circa mezzora, non hanno dato i risultati sperati. Così è stato chiesto aiuto al comando provinciale dei vigili del fuoco che ha disposto l’attivazione dei controlli dall’alto, tramite l’elicottero di servizio. A quel punto è stato individuato il corpo, purtroppo già privo di vita.