Pappagalli "alieni", il flagello per l'agricoltura fiorentina: "Raccolti completamente devastati"
L’allarme arriva dalla campagna della piana fiorentina, in particolare da Montelupo Fiorentino, Vinci e dai comuni limitrofi
Sono come le cavallette, in pochi minuti da pochi esemplari diventano decine. Con il becco spaccano i gusci legnosi ed estraggono i frutti delle mandorle, staccano i frutti o li lasciano mangiati sull'albero. Un vero e proprio flagello per l'agricoltura toscana e le sue aziende agricole, il quale sta minacciando alla base il loro lavoro, tanto da far pensare di smettere di seminare.
Stiamo parlando dei cosiddetti pappagalli "alieni", conosciuti anche come parrocchetti monaci. Distruggono i raccolti, devastano l'ecosistema, impoveriscono la biodiversità e rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica e la salute.
Una specie pericolosa per ecosistema e persone
Dopo cinghiali, lupi, vespe velutine asiatiche e granchi blu d’oltre oceano ora un'altra specie che non appartiene al nostro ecosistema minaccia la sopravvivenza delle aziende agricole ed anche la salute dei cittadini potendo trasmettere malattie come la salmonellosi e l’influenza aviaria.
Sono già oltre un migliaio i parrocchetti monaci in libertà che svolazzano sulle nostre teste facendo razzie nelle campagne di mandorli, frutti, grano, girasoli, mais e tutto quello che incontrano. Una specie dell’avifauna invasiva, originaria degli altopiani di Africa e Asia, la cui popolazione è destinata a crescere velocemente nel giro di poco tempo assumendo le forme e le dimensioni di una nuova calamità per gli agricoltori e di una nuova problematica da gestire nelle città. Non a caso dal 2007 in Europa è vietata la sua introduzione.
"Ne sono arrivati 40 e nel giro di un'ora e mezzo hanno mangiato tutto il raccolto", racconta una testimone di un'azienda ai microfoni di Italia7.
Il videoservizio di Italia7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek
L'allarme dalla campagna fiorentina
L’allarme arriva dalla campagna della piana fiorentina, in particolare da Montelupo Fiorentino, Vinci e dai comuni limitrofi dove gli sgargianti pappagalli verdi stanno provocando perdite di raccolti sempre più pesanti.
Le prime famiglie di parrocchetti monaci si sono insediate alle Cascine di Firenze, dove hanno nidificato e si sono riprodotti per poi colonizzare le zone circostanti. Il loro numero è in forte crescita così come la preoccupazione degli agricoltori che già devono fare i conti con gli effetti imprevedibili del cambiamento climatico. Lo scorso anno ciò ha ridotto del 23% i raccolti della frutta.
La denuncia di Coldiretti Firenze: "Torneremo in piazza"
A denunciarlo è Coldiretti Firenze che torna a chiedere alla Regione Toscana interventi straordinari di contenimento della fauna selvatica che devasta i raccolti, distrugge l’ecosistema, impoverisce la biodiversità e rappresenta un pericolo per la sicurezza pubblica e la salute. Una richiesta che la principale organizzazione agricola tornerà ad invocare in piazza con una prossima ed imminente protesta a difesa del reddito degli agricoltori e dei cittadini.
"L’invasione dei parrocchetti rischia di scappare di mano così come è scappata di mano quella di cinghiali, dei cani inselvatichiti, dei colombacci, dei piccioni e così di altre specie che ogni anno mangiano i frutti del nostro lavoro ed uccidono le nostre greggi con gravissime ripercussioni anche per la biodiversità, la manutenzione e l’erosione del territorio. – spiega Cesare Buonamici, Presidente Coldiretti Firenze –. La fauna selvatica non è più soltanto un problema per gli agricoltori. La percezione dei cittadini si è capovolta: i cinghiali, che si stimano siano 250 mila nella nostra regione, causano decine di incidenti stradali all’anno, 23 nell’ultimo anno in Toscana, portano con se malattie come la Peste Suina che paralizza i territori e le attività turistiche.
"I lupi - prosegue Buonamici - bussano alle porte di casa in molte località ed iniziano a rappresentare un problema per la sicurezza, la vespa velutina falcidia la popolazione delle nostre api il cui lavoro di impollinatori è insostituibile, i pappagalli possono trasmettere all’uomo malattie come l’influenza aviaria o la salmonellosi mentre i granchi blu distruggono il nostro ecosistema marino. Le implicazioni di questo squilibrio sono molteplici e sono tutte negative. Gli strumenti per intervenire ci sono e chiediamo che siano applicati. Per questo torneremo in piazza con migliaia di agricoltori a tutela anche dei nostri concittadini".
"Sono come le cavallette. In pochi minuti da pochi esemplari diventano decine: sono un flagello. Spaccano il guscio legnoso ed estraggono con la lingua il frutto delle mandorle, staccano i frutti o li lasciano divorati e danneggiati sugli alberi. – spiega Barbara Simonetto, imprenditrice agricola di Montelupo e presidente di sezione di Coldiretti –. In questa zona sono presenti almeno da un paio di stagioni. Erano pochi, oggi sono a decine. Lo scorso anno hanno aggredito gli alberi da frutto, quest’anno hanno iniziato con i mandorli. Qui intorno siamo tutti molto preoccupati. Le campagne stanno diventando dei dispenser di cibo per gli animali selvatici ed alieni".
Mauro Baglioni, imprenditore agricolo fiorentino che nella vallata tra Soffiano e Porta Romana coltiva seminativi, lo scorso anno non ha potuto raccogliere due ettari di girasoli. "Li hanno completamente divorati – racconta Baglioni –. Ormai sono diventati endemici nella piana di Firenze. Mangiano tutto quello che trovano. Cinghiali, caprioli, pappagalli, colombacci, corvi ci stanno portando all’esasperazione. Ed ogni anno è sempre peggio. Senza interventi l’agricoltura è destinata a sparire anche in pianura”.