Lucca, 51enne morto sul lavoro: chi era la vittima sepolta nello scavo
Per fare chiarezza sulla morte di Luca Giannecchini servirà l'autopsia. Diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti
Luca Giannecchini aveva 51 anni. Stava lavorando come pressoché ogni giorno ad uno scavo, stavolta a Sant'Alessio, lui operaio di una ditta con sede a Pescaglia, comune di Lucca. Erano da poco passate le 8 di mattina di giovedì 21 marzo 2024, quando all'improvviso tutto è precipitato in tragedia. Luca è caduto in una buca di oltre un metro e mezzo e il suo corpo è finito in parte sepolto da detriti. Ad intervenire per i primi soccorsi un collega, poi la chiamata al 118 e l'elisoccorso. Tutto inutile. Luca Giannecchini era già morto.
La ricostruzione
La domanda che si fanno famiglia e inquirenti è una sola: cosa è successo a Luca? Le indagini proseguono ma ancora non si è arrivati ad una conclusione precisa. Lo scavo interessava una strada di un complesso di case. Uno scavo, come detto, come tanti altri a cui Luca e i suoi colleghi lavoravano ogni giorno. Secondo la ricostruzione, Luca era chino sulla fossa per sistemare un tubo quando un pezzo di terra è franato, facendo crollare anche l'asfalto.
Luca è caduto nella buca e sul suo corpo sono finiti detriti. La fossa è alta circa un metro e ottanta e larga due. Per fare chiarezza urge la disposizione dell'autopsia. Al momento - secondo quanto raccontato da Il Tirreno - le strade battute sarebbero quelle dell'asfissia dovuta alla terra e all'asfalto - i detriti gli avrebbero coperto il volto - o quella di un malore dovuto al crollo con perdita dei sensi per una botta alla testa. Da aggiungere come il collega - il primo ad intervenire - sia riuscito a togliere in fretta i detriti dal suo volto ma Luca a quel punto sarebbe stato già morto. Luca lascia una moglie e due bambini piccoli.