Infermiere spiate sotto la doccia, sit-in con la sciarpa rossa per l'inizio del processo
L'udienza è stata rinviata al 17 giugno ma per le infermiere è stata l'occasione per una protesta. I tre imputati rischiano fino a quattro anni
Piazzarono una microcamera nella fessura del muro dello spogliatoio femminile dell'Ospedale di Empoli per spiare le infermiere sotto la doccia. Un minuscolo apparecchio collegato ad un monitor dall'altra parte della parete sul quale tre uomini, ora tutti finiti a processo, avrebbero osservato circa ottanta lavoratrici.
Sono passati quasi due anni da quando una delle infermiere si accorse di un'anomalia nel muro e il caso scoppiò fragoroso nell'indignazione generale. Nella giornata di ieri, lunedì 19 febbraio 2024, una rappresentanza di diciotto infermiere ha protestato con un sit-in di fronte al Tribunale di Firenze dove ieri è iniziato il processo con la prima brevissima udienza.
Processo rimandato a giugno
Il primo atto infatti è durato appena pochi minuti prima che il giudice rinviasse tutto al 17 giugno 2024 per un vizio di notifica del decreto di citazione a giudizio. Le diciotto donne presenti hanno espresso la loro determinazione in questa battaglia protestando con una sciarpa rossa al collo, il colore della lotta alla violenza contro le donne.
Questi mesi di attesa inoltre, potrebbero permettere di raccogliere ancora più adesioni alla parte civile rispetto alle 32 lavoratrici partecipanti. Quanto accaduto ha stravolto la vita di decine e decine di donne, intenzionate a portare avanti fino in fondo questa battaglia.
Dall'altra parte i tre tecnici della ditta che ha in appalto la manutenzione degli impianti in ospedale: un 41enne di Capraia e Limite, un 36enne di San Miniato e un 57enne di Castelfranco di Sotto. I reati sono quelli di interferenze illecite nella vita privata, concorso e continuazione, con l’aggravante dei "motivi abbietti". I tre rischiano fino a quattro anni di carcere.