Il rapporto sulla violenza di genere: in Toscana 132 femminicidi dal 2006 al 2022
I dati raccolti evidenziano la gravità del fenomeno: in un anno oltre 2.100 accessi al pronto soccorso in codice rosa
Non si attenua la lunga scia di sangue e violenze verso le donne: nel 2022 in Toscana si sono registrati ancora 5 femminicidi, che hanno fatto salire il drammatico bilancio degli ultimi 16 anni a 132, si sono superati i 2.100 accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti, e oltre tremila donne si sono rivolte nel corso dell’anno a un centro antiviolenza.
Queste sono solo alcune delle cifre più drammatiche che emergono dal quindicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, realizzato dall’Osservatorio sociale regionale su dati relativi al 2022.
I dati dei Centri Antiviolenza
L’Osservatorio realizza il monitoraggio del fenomeno attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai nodi delle reti territoriali antiviolenza, a partire dai Centri Antiviolenza presenti sul territorio.
Il documento è stato presentato a Palazzo Strozzi Sacrati nell’ambito dell’iniziativa “Umanità è anche libertà”, una iniziativa realizzata nell’ambito de “La Toscana delle donne” alla presenza dell'assessora al sociale Serena Spinelli e dall’assessora alle pari opportunità Alessandra Nardini in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in programma il 25 novembre.
I dati evidenziano una crescita esponenziale del fenomeno: oltre ai casi citati dei centri violenza e di accesso tramite codice rosa, cresce il numero delle donne che si rivolgono ai consultori per casi di abuso o maltrattamento (sono state 810 nel 2022) e quelle che sono state ospitate in case rifugio.
I Centri antiviolenza
I Centri antiviolenza svolgono attività di accoglienza, orientamento, assistenza psicologica e legale alle donne che subiscono violenza, ed ai loro figli; realizzano inoltre azioni di sensibilizzazione e formazione svolgendo attività di raccolta ed analisi dei dati sulla violenza.
In Toscana sono presenti 25 Centri antiviolenza, distribuiti su tutto il territorio regionale. Nel corso degli anni si è assistito ad una ramificazione della loro presenza nel territorio, soprattutto grazie all’apertura di sportelli locali, per un totale di 102 punti di accesso.
Il percorso di uscita dalla violenza è stato avviato nel 2022 da 3.232 donne, per il 69% italiane, nel 56% dei casi di età compresa fra i 30 e i 49 anni.
Le Case rifugio
La Casa rifugio è una struttura dedicata a indirizzo segreto nella quale la donna, sola o con i propri figli, e con il sostegno di operatrici formate sulle tematiche della violenza di genere, non solo viene messa in sicurezza ma inizia un percorso complesso di uscita dalla violenza.
Sul territorio regionale sono presenti 23 Case rifugio, e garantiscono ospitalità per un periodo limitato di tempo. Nel corso del 2022 sono state ospitate 109 donne e 92 figli o figlie per la maggior parte provenienti dell’ambito regionale e segnalate dai servizi sociali territoriali.
I Centri per uomini autori di violenza
Gli uomini che hanno effettuato l’accesso a uno dei 5 Centri sul territorio regionale nel 2022 sono stati 280 (erano stati 172 nel 2021), per il 71,4% di nazionalità italiana e più della metà compresa tra i 30 e i 49 anni. .
L’obiettivo principale del lavoro con uomini autori di violenza è l’interruzione della violenza, l’assunzione di responsabilità e la costruzione di alternative ad essa, al fine di evitarne le recidive. Ad oggi, circa il 40% degli uomini conclude il percorso e una percentuale analoga lo abbandona o interrompe per vari motivi: scarsa motivazione, non idoneità al lavoro di gruppo per problematiche di tipo psichiatrico o similari, incompatibilità orarie, difficoltà linguistiche.
Il Centro regionale di documentazione per l'infanzia e l’adolescenza
Il Centro, attivo nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra Regione e Istituto degli Innocenti, raccoglie e monitora i dai su bambini e ragazzi vittime di violenza diretta e di violenza assistita che sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria e presi in carico dal servizio sociale territoriale. I numeri sono in costante crescita. I dati evidenziano come nel 2022 i minori vittime di maltrattamenti siano stati 4.462 (erano 4.155 nel 2021) . Nello stesso anno il numero dei casi di violenza cui hanno assistito dei minori è stato di 2.578 (erano stati 2.473 nel 2021).
La Rete regionale Codice Rosa
E’ quella che definisce le modalità di accesso e il percorso socio sanitario per le donne vittime di violenza.
Nel 2022 nei Pronto Soccorso della Regione Toscana si sono registrati 2.138 accessi in “Codice Rosa” (erano stati 1.918 l’anno precedente).
All’interno del progetto Codice Rosa il Centro di Riferimento Regionale per la Violenza e gli Abusi Sessuali su Adulte e Minori (Crrv) presso il Dipartimento Assistenziale Integrato Materno-Infantile (Daimi) dell’Azienda ospedaliera di Careggi ha registrato nel 2022 60 accessi (erano stati 33 l’anno precedente) con un picco nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
I Consultori
Le persone assistite dai Consultori nel 2022 per casi di abuso e maltrattamento sono state 810 (741 nel 2021). L’area di di problematicità più ricorrente è quella dei maltrattamenti fisici (43,8% degli accessi).
Esperienze di prevenzione
Nell’ultima parte del Rapporto, oltre ad un contributo di INDIRE sul progetto ParTime che ha coinvolto il personale educativo dei servizi scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado del territorio regionale in una formazione gratuita sulle tematiche di genere, sono presentate alcune esperienze e interventi di prevenzione ed empowerment femminile realizzati dai Coordinamenti dei Centri antiviolenza Tosca e Federazione Ginestra, e sono descritti gli interventi realizzati, nell’ambito della programmazione operativa annuale di Comuni, Aziende Usl e Società della Salute con risorse nazionali e regionali (oltre 800 mila euro che si sommano al 1.284.950,00 erogati direttamente a CAV e Case rifugio) destinate ad azioni di sistema, alla lotta agli stereotipi di genere e al reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.