La storia del ghetto di Firenze in dipinti e manoscritti miniati
Sarà visibile da domani, 24 ottobre al 28 gennaio 2023 a Palazzo Pitti a Firenze
Manoscritti miniati, arazzi e dipinti del pittore ebreo Jona Ostiglio per raccontare la storia del ghetto ebraico di Firenze. E' la mostra 'Gli ebrei, i Medici e il Ghetto di Firenze', sarà visibile da domani, 24 ottobre al 28 gennaio 2023 a Palazzo Pitti a Firenze. Il Ghetto di Firenze fu fondato da Cosimo I e Carlo Pitti nel Cinquecento e fu il baricentro dell'ebraismo fiorentino fino alla sua demolizione nel diciannovesimo secolo.
La mostra, articolata in cinque sezioni, si apre nella Firenze di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, con manoscritti miniati di commissione ebraica e medicea e prestiti dal Jewish Theological seminary di New York e da biblioteche italiane. In mostra anche il David in bronzo di Donatello (in prestito dai Musei di Berlino) e il Sogno dei manipoli della serie di arazzi tessuta per Cosimo I.
La rassegna mette anche in mostra l'attività del pittore ebreo Jona Ostiglio, di cui verranno esposti per la prima volta in tempi moderni una selezione dei sette dipinti a lui recentemente attribuiti, insieme all'autoritratto di Isaia o David Tedesco, autore poco noto ma del quale si ipotizza sia stato un allievo dell'Ostiglio.
Il Ghetto di Firenze è ricostruito anche attraverso un modello tridimensionale.
Per la presidente delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, "questa mostra è un affaccio importante sulla condizione di segregazione che ha caratterizzato tre secoli dell'Italia ebraica, ed evidenzia quanto la cultura sia osmotica e attraversi anche le separazioni; al contempo lascia il punto interrogativo su quanto avremmo tutti potuto sviluppare nella massima libertà e riconoscimento della presenza ebraica a Firenze, così come altrove".
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ha spiegato che "la mostra è frutto di oltre un decennio di ricerche che hanno visto, tra l'altro, la riscoperta del pittore ebreo Jona Ostiglio, attivo nel Seicento alla corte dei Medici".