Spiavano le infermiere sotto la doccia: andranno a processo
Si tratta di tre fiorentini che avevano piazzato nelle docce una telecamera sofisticata
Andranno a processo il prossimo febbraio 2024 i tre tecnici degli impianti di manutenzione. Le accuse sono interferenze illecite nella vita privata, con l'aggravante dei "motivi abbietti". I tre hanno spiato le infermiere, dottoresse e operatrici socio sanitarie sotto la doccia negli spogliatoi dell'ospedale San Giuseppe di Empoli.
I fatti risalgono a un anno fa
Sono 69 le donne che hanno fatto querela. Ben 100 quelle spiate. I tre avevano piazzato una telecamere poco più grande di una testa di spillo nelle docce. La telecamera riprendeva appunto le operatrici sanitarie mentre erano in doccia e trasmetteva le immagini in un altro monitor dall'altra parte della parete.
A scoprire il tutto fu una infermiera, che notò un piccolo pallino nero inserito nel manicotto dell'attacco fissato al muro. Un oggetto troppo strano. Così ha provato a tirarlo via per poi accorgersi che si trattava di una telecamera.
Ad averla piazzata un 57enne fiorentino, un 37enne di San Miniato e un 41enne di Capraia e Limite.
"Escludiamo che la telecamerina fosse collegata a un sistema di videoregistrazione. Il cavo finiva in un monitor. Abbiamo sequestrato tutto", aveva spiegato ai tempi il comandante dei carabinieri, Daniele Riva.
Da subito si era mossa anche la direzione sanitaria dell'ospedale empolese che aveva denunciato il tutto.
"L'azienda ha avviato un'indagine interna e si è messa a disposizione delle autorità competenti".
Ma quello di Empoli non è un caso isolato
Quanto accaduto a Empoli riporta la mente anche ad un precedente-fotocopia raccontato da Prima Cuneo e accaduto a Mondovì solo qualche settimana fa, a metà aprile, come raccontato da News Prima.
Qui, un 50enne aveva pensato bene di nascondere una penna telecamera nello spogliatoio delle infermiere. Un addetto a una ditta esterna dell’ospedale di Mondovì aveva piazzato una penna-telecamera nello spogliatoio delle infermiere: beccato, era stato poi denunciato. A smascherarlo un’infermiera che, presa la penna, si è subito accorta che qualcosa non andava: non scriveva.
Segnalata la vicenda ai carabinieri, questi ultimi hanno iniziato ad indagare fino a riuscire a visionare il computer dell’uomo ove erano conservati tantissimi filmati proprio del bagno dove la penna era stata trovata.
In questo caso la vicenda ha già avuto un epilogo giudiziario: il 50enne dovrà rispondere dei reati di violenza privata e interferenza illecita nella vita privata.