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Inaugurata la mostra di Francesco Inverni, “pittore del silenzio”

Presenti al taglio del nastro il sindaco Francesco Puggelli, il presidente Eugenio Giani e il vicesindaco Giacomo Mari

Inaugurata la mostra di Francesco Inverni, “pittore del silenzio”
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Aperta oggi in Palazzo Strozzi Sacrati la mostra di opere Francesco Inverni dal titolo “Il seme umile del Sacro” promossa dal comune di Poggio a Caiano e tenutasi alle Scuderie Medicee da dicembre a febbraio scorso.

Inaugurata la mostra di Francesco Inverni, “pittore del silenzio”

Curata da Giampaolo Trotta, architetto e storico dell’arte fiorentino, la mostra offre ai visitatori la possibilità di ammirare parte delle opere esposte alle Scuderie medicee realizzate da Inverni fra gli anni ‘50 e gli anni ‘80 del Novecento, che attraversano tutti i suoi periodi pittorici ripercorrendo il cammino artistico fra “spirito e materia” di Inverni, definito “del silenzio” per il suo forte legame col sacro.

“E’ questa un’occasione straordinaria per apprezzare l’arte di Francesco Inverni in maniera ampia e completa - ha detto il presidente Eugenio Giani - Abbiamo allestito la mostra dell’artista in questo periodo di primavera e di feste pasquali, momento speciale denso di rinascita e di sacralità, nel quale le opere di Inverni si inseriscono perfettamente portando un messaggio di bellezza pura, non artefatta che ci fa comprendere il senso più profondo di un’autentica spiritualità.

Una materia di facile comprensione, che arriva direttamente al cuore. Per questo ringrazio la famiglia Inverni, in particolare Fabio Inverni, affermato pittore figlio di Francesco, per il prezioso contributo dato e per averci permesso di ospitare la mostra nelle nostre sale”.

“Per la nostra amministrazione, e in generale per tutta Poggio a Caiano, esporre le opere di Inverni in una sede così importante, come quella della presidenza della Regione è motivo di grande orgoglio, – ha commentato il sindaco di Poggio a Caiano, Francesco Puggelli –Ringrazio la Regione e il presidente Giani che ha sempre dimostrato un’attenzione particolare al nostro territorio sotto il profilo artistico e culturale.

Questa mostra, che dalle Scuderie arriva a palazzo Strozzi Sacrati, rende il giusto merito ad un grande pittore poggese e anche al lavoro di valorizzazione culturale svolto dal nostro comune affinché la produzione artistica che il territorio riesce ad offrire possa essere apprezzata anche al di fuori dei confini comunali.

Per il patrimonio artistico poggese è sicuramente un’importante occasione e un riconoscimento della sua rilevanza nel panorama regionale e nazionale”.

“Le opere raccolte nella mostra ed approfondite nel catalogo – ha spiegato il vicesindaco Giacomo Mari, nonché assessore alla Cultura di Poggio a Caiano – sono la sintesi del cammino “tra spirito e materia” di Francesco Inverni che abbiamo inaugurato a Poggio a Caiano nel sessantesimo anniversario di vita del Comune: una mostra che quindi ha un significato particolarmente importante per Poggio e che siamo onorati di poter riproporre in piazza Duomo a Firenze, nel cuore della città d’arte per eccellenza".

Chi è Francesco Inverni

Nato a Poggio a Caiano nel 1935, il diciottenne Francesco Inverni nel 1953 mostra i propri dipinti ad Ardengo Soffici, dal quale riceve un incoraggiamento a coltivare il proprio talento. I paesaggi del suo paese natale, Poggio a Caiano, sono i primi protagonisti delle sue opere, insieme alle nature morte.

I soggetti sacri arrivano decenni dopo, a seguito di un percorso artistico che porta Inverni a interessarsi non solo a soggetti diversi, ma anche a tecniche differenti come quella dell’affresco.

Una vita d’artista che lo vede esporre dalla sua Toscana al lontano Cile – dove sposa la cilena di origine poggese Midia Manetti – passando per l’Europa e in particolare la Francia.

Al contrario di altri artisti del suo tempo, Inverni non è un pittore “politicamente” concettuale, le sue opere non vogliono apertamente insegnare, ma sono espressione dell’animo e di un’interiorità inafferrabile come la luce che egli ama e inserisce nei suoi quadri “veristi”, scriverà il curatore Trotta.

Come Casorati e come Hopper, sebbene in forme assai diverse, Inverni è il pittore di un silenzio pieno di fede. La preghiera più bella – pare voglia dirci – è dipingere il silenzio che ascolta. Man mano la sua arte si fa sempre più astratta, sensibile a Burri, a Rotella, all’assemblage dell’Arte Povera e del Nouveau Réalisme, sperimenta dal 1988-1989 materiali di rifiuto. Dipinge fino alla fine dei suoi giorni, che lo coglie prematuramente a causa di una grave malattia a Poggio a Caiano, nel 1991 quando Inverni ha solo 55 anni.

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