Scarti trasformati in falso cippato, sequestrate 13 aziende ad Arezzo
Alcune delle attività hanno sede in Lombardia, Campania e Calabria
Illecita gestione di rifiuti speciali. E' di questo che dovranno rispondere 13 aziende nell'aretino. L'accusa del gip è illecita gestione di rifiuti speciali, appunto. Secondo le indagini i residui di lavorazioni vegetali, anziché essere smaltiti, venivano trasformati in falso cippato. A questo è collegata la frode finalizzata all'ottenimento di ingiusti profitti a danno dell'ambiente .
Il sequestro è avvenuto tramite un decreto del gip del tribunale di Arezzo
L'operazione, denominata "Osiride", è stata condotta dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Arezzo. Come detto, si tratta di una rete di 13 imprese, sei delle quali riconducibili a due imprenditori attualmente indagati, che si occupavano di manutenzione di torrenti, aree industriali e aree verdi, sia pubbliche che private.
Le attività interessate sono specializzate nelle utilizzazioni forestali e in parte sono operanti anche nel settore della manutenzione del verde pubblico e privato, mentre altre ancora si occupano di servizi di autotrasporto.
Una organizzazione consolidata
Secondo i primi riscontri si tratta di una organizzazione già rodata, che, dopo aver percepito gli oneri per il corretto smaltimento dei residui vegetali derivanti dalle lavorazioni, al posto di conferire quanto dovuto in impianti autorizzati, li dirottava in stabilimenti dove venivano trasformati in falso cippato per essere rivenduto come biomassa di pregio.
Indagini che vanno avanti da mesi
Il lavoro delle forze dell'ordine è stato come mettere insieme i pezzi di un puzzle. Una minuziosa ricostruzione ha permesso di unire i movimenti che per mesi hanno collegato gli stabilimenti in questione con i loro conferitori.
Questa mattina, venerdì 10 marzo, una vasta area che, secondo i carabinieri, sarebbe servita da vero e proprio interporto e centro delle attività illecita. L'area è stata sottoposta a sequestro preventivo e con essa oltre 50 veicoli professionali appartenenti alle imprese che a vario titolo hanno contribuito a mettere insieme questo organismo illecito. Alcune delle attività hanno sede in Lombardia, Campania e Calabria.