L'idea

«Un angolo tutto mio che dedico agli altri, a chi vuol conoscere un pezzo di passato»

Nella ditta di Giuseppe Traversi di Settimello nascerà un museo delle antiche bici dei mestieri

«Un angolo tutto mio che dedico agli altri, a chi vuol conoscere un pezzo di passato»
Pubblicato:

Non tutto ciò che viene buttato è uno scarto. Ne sa davvero qualcosa il noto imprenditore Giuseppe Traversi di Settimello che grazie al suo mestiere di "rottamatore" di materiali ferrosi ha avuto la possibilità di entrare in possesso di alcune "chicche" di altri tempi che andranno a costituire nella nuova sede della sua azienda un museo delle biciclette degli antichi mestieri e dei piccoli motorini. Oggetti letteralmente salvati dalla distruzione che ora potranno godere di una seconda opportunità, diventando così un "cult" per appassionati e collezionisti.
Ma andiamo con ordine. Il tutto nasce dalla volontà di ampliare la parte direzionale della ditta che sorgerà su di una elegante palazzina prefabbricata in costruzione. Il pian terreno di questa nuova struttura sarà dedicato a questo museo che ospiterà tutti pezzi della sua collezione privata, messi via negli anni.
Si potranno vedere così biciclette dei primi del '900 che attraversavano i paesi portandosi in “canna" gli attrezzi dei rispettivi lavori: ad esempio quella del riparatore di bambole con tutta la sua mini officina di parti di ricambio, quella del parroco con tanto di altarino da campo smontabile, quella del sarto o quella del parrucchiere con tanto di lavabo in ceramica, lamette e pettini. Non manca nemmeno un esemplare di una due ruote dei Bersaglieri della Prima guerra mondiale o una dei pompieri. Fra i pezzi più belli e rari un biciclo di origine francese del 1800, antenato della bicicletta, con la grande ruota anteriore.
Nel museo saranno ospitati anche alcuni modelli di due ruote motorizzate: piccoli veicoli che non superano i 125 centimetri cubi degli anni '50 e '60 nonché accessoristica dell'epoca (occhialoni, fanalerie, caschi), il tutto arricchito da alcuni giocattoli in latta grazie alla collaborazione di un esperto del settore, Agostino Barlacchi.
«Alla soglia dei 60 anni mi voglio ritagliare un pezzo tutto mio - racconta Traversi - Mio ma in realtà il pensiero è di dedicare questi 50 mq di allestimento per una causa sociale, mi piace poter fare qualcosa per gli altri, sia piccoli che grandi. Infatti le porte saranno aperte per adulti, curiosi ed appassionati, ma anche e soprattutto ai bambini e ai ragazzi, per mostrare loro come funzionava il mondo prima, quando non esisteva l'elettronica e il digitale».
Il museo verrà aperto nei primi mesi del 2022 ad ingresso libero. Conterrà almeno una cinquantina di pezzi. Un modo per rituffarsi in un tempo in cui il traffico non era certamente un problema e per vedere anche come funzionava la meccanica motoristica dell'epoca.

Seguici sui nostri canali